Bruno durissimo sul Pd «Arroganti e supponenti»
Il sindaco rilancia: «L’accordo sul programma c’era, ma volevano 4 poltrone» Per via Mazzini c’è stata «incapacità e mancanza di volontà di cambiamento»
ALGHERO. «L’incapacità e la mancanza di volontà della maggioranza e del sindaco di accogliere le nostre proposte, mirate a un radicale cambiamento politico e programmatico, la loro convinzione di poter superare la crisi con il semplice apporto di alcuni aggiustamenti, non creano le condizioni necessarie per quel cambiamento richiesto, il solo capace di dare agli algheresi le risposte che attendono da troppo tempo». Dopo una settimana di silenzio, la direzione cittadina del Pd esce allo scoperto. Lo fa per bocca del segretario Mario Salis, che in piena notte firma un documento con cui apre il fuoco contro Mario Bruno e la maggioranza. Parole nette, che segnano la fine del confronto tra le due parti, impegnate da mesi in una ricucitura che riportasse il Pd al governo di Alghero. Se i toni sono questi, lo strappo è piuttosto profondo. «Sono trascorsi troppi mesi da quando l’Udc ha abbandonato la maggioranza e il sindaco, a corto di numeri, si è rivolto al Pd», spiega Salis. «In questi anni di fallimento abbiamo mostrato di avere idee e programmi per traghettare la città fuori dalle sabbie mobili – prosegue – gli incontri sulle linee programmatiche ci hanno visto confrontarci su due diverse visioni di sviluppo del territorio, ma con un po’ di buona volontà si poteva arrivare a un progetto alternativo». Invece niente. «Alle dichiarazioni di intenti non sono seguiti atti che dessero concretezza alla proposta – conclude Salis – si sono approvate continuamente delibere che andavano nella direzione opposta ai progetti in discussione». Di conseguenza «il gruppo consiliare continuerà a svolgere dai banchi delle minoranze il proprio ruolo di opposizione costruttiva, votata unicamente al bene collettivo, così come l’attività politica del Partito democratico».
Sin qui Mario Bruno non aveva replicato, ma stavolta risponde. Eccome. «Non sono le divergenze programmatiche a impedire al Pd di Alghero di trovare un accordo con la maggioranza – attacca – come già detto anche dal segretario provinciale, che ha seguito passo passo le trattative, la convergenza programmatica era stata raggiunta». Di più. «Avevamo condiviso il numero di assessorati e la presidenza di una partecipata – prosegue – ma le richieste del Pd locale hanno impedito di fare passi decisivi». Secondo il sindaco, i democratici «chiedevano una quantità di deleghe pari a quattro attuali assessorati, hanno difficoltà a garantire nelle indicazioni la parità di genere, sono divisi, cristallizzati sulle posizioni iniziali e non accettano che in Meta presidente e direttore non coincidano più».
Quello che il Pd chiede, precisa Mario Bruno, «è tutto legittimo e lo capisco, ma non raccontino che abbiamo rotto sul programma». Poi l’affondo. «Hanno una supponenza e un’arroganza senza pari, fanno proposte inaccettabili, irricevibili, esagerate – accusa il sindaco – con cui sconfessano gli altri livelli del partito, che volevano arrivare davvero a un’intesa». La maggioranza «voleva condividere un percorso con dignità e umiltà, al servizio dei cittadini – aggiunge Bruno – ma quel che resta del Pd algherese ha voluto schierarsi con l’opposizione di destra, sbagliando e limitandosi a dare pagelle, come maestrini senza titolo, invece di far ciò che il Pd deve fare, il partito di governo». Per il sindaco di Alghero «è un peccato soprattutto per il Pd e per ciò che rappresenta in Italia, in Sardegna e nel territorio – conclude – mi auguro che chi di dovere ne prenda atto».