La Nuova Sardegna

Alghero

I gestori chiedono deroghe e buon senso

di Luigi Soriga
I gestori chiedono deroghe e buon senso

Dopo la chiusura del Milese e la diffida al Ristorante O, il Comune è pronto a introdurre soluzioni nel nuovo regolamento

22 giugno 2016
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INVIATO AD ALGHERO. Non sempre le regole del commercio combaciano con le regole della città. La guerra dei tavolini ad Alghero è un esempio “calziante”. Da una parte il dirigente del commercio e comandante della polizia municipale Guido Calzia che applica una normativa, impone dei paletti e cerca di mettere ordine a un consolidato fai da te. Dall’altra alcuni ristoratori che, proprio all’avvio dell’estate, vedono in bilico i propri tavolini all’aperto e l’investimento di una stagione.

Il primo a soccombere nel braccio di ferro legale con il Comune è stata la storica focacceria Il Milese, che ha occupato abusivamente una porzione di suolo pubblico, ha perso il ricorso al tar e ora ha dovuto chiudere provvisoriamente l’attività.

L’altro caso invece riguarda il Ristorante “O” del Master Chef Eoghain O’Neill e della compagna Roberta Tromboni che da quattro anni gestiscono il locale di via Sant’Erasmo, a due passi dai bastioni del porto. «Abbiamo investito moltissimo su questa attività – raccontano – e per i primi due anni tutto è andato bene. Dopodiché nel 2014, quando via Sant’Erasmo è diventata a doppio senso di circolazione, siamo stati costretti a rimuovere tutti i tavolini apparecchiati all’aperto nella piazza di fronte all’ingresso». La normativa, per ragioni di sicurezza, vieta ai camerieri di attraversare con i vassoi in mano strade troppo trafficate, per non fare loro stessi la fine delle frittate. Sono le due del pomeriggio, e a dirla tutta, in via Sant’Erasmo di auto nemmeno l’ombra. «Abbiamo pensato di spostare i tavolini poco più avanti, sulla passeggiata dei bastioni. Ma anche questa soluzione è abusiva. Infatti un locale può utilizzare il suolo pubblico a patto che sia visibile dall’ingresso e a patto che non disti più di trenta metri. E non si parla di distanze in linea d’aria, ma di percorrenza. Forse solo un paio di tavolini del Ristorante “O” rientrerebbero nel raggio di legalità, mentre gli altri sono fuori dai giochi. Il Comune ha fatto i controlli e ha inviato la diffida ai gestori per la rimozione dei tavoli entro giovedì. «Noi, senza gli spazi all’aperto – si lamentano i titolari – non paghiamo nemmeno l’affitto. Figuriamoci se possiamo permetterci di stipendiare 18 dipendenti. Confidiamo che l’amministrazione riesca a venirci incontro, perché noi vogliamo metterci in regola ma vorremmo anche essere messi nelle condizioni di continuare a lavorare».

Il problema è che anche il Comune si trova in una posizione delicata, e cioè quella di chi non può consentire una deregolation, e di chi non può creare dei precedenti affrontanto dei casi singoli. «A me dispiace che degli imprenditori abbiano assunto personale e investito risorse – dice il sindaco Mario Bruno – però i gestori sapevano bene, quando hanno fatti i conti, di muoversi in una situazione di assoluto abusivismo». Però le regole non danno scampo al ristorante O. Niente tavolini davanti alla via a doppio senso, e niente tavolini nei bastioni perché troppo lontani. E allora? «L’unica soluzione è che si riesca a introdurre una deroga per il centro storico già concordata con Confcommercio e Comitato Centro Storico – spiega Bruno – dal momento che le strade sono poco trafficate, si potrebbe consentire denro la ztl di poter posizionare i tavolini anche oltre le vie a doppio senso. Il dirigente su questo ipotesi si è già espresso negativamente, ma il consiglio comunale avrebbe comunque la possibilità di farla inserire nel regolamento».

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