La Nuova Sardegna

Alghero

Surigheddu, si tratta con gli allevatori per bloccare le cause

di Gian Mario Sias
Surigheddu, si tratta con gli allevatori per bloccare le cause

Aperto il tavolo tra la Regione e i numerosi produttori locali La richiesta è di riservare alle coop parte dei 1200 ettari

13 luglio 2016
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ALGHERO. Almeno su Surigheddu e Mamuntanas, la Regione e la Riviera del corallo firmano una tregua. La giunta Pigliaru e gli uffici regionali procedono spediti verso la definizione del bando internazionale per la vendita del compendio agrario di proprietà del demanio sardo, ma la fretta di portare a compimento una partita su cui crede molto lo stesso presidente della Regione, Francesco Pigliaru, contrasta con le istanze che arrivano da Alghero e dal territorio. Un folto raggruppamento di aziende locali, prevalentemente cooperative sociali, continuano a chiedere che almeno una parte dei 1200 ettari incolti da quasi trent’anni sia destinata ai produttori locali e alle produzioni tipiche, alle eccellenze, alle colture biologiche, così da accentuare l’impatto economico, occupazionale, sociale e culturale del rilancio di Surigheddu e Mamuntanas.

Più di recente, a dire un no secco alla vendita della tenuta è stato Liberu, il movimento indipendentista di cui è leader Pier Franco Devias, accanito sostenitore dell’inopportunità di alienare un bene che appartiene ai sardi e che deve essere loro dato in concessione con il vincolo di destinazione agraria. Ultima, ma certo non per importanza e per incidenza sul percorso tracciato dalla Regione, è la questione legata agli allevatori che da decenni utilizzano quelle terre per il pascolo del proprio bestiame. Della loro situazione si è parlato accidentalmente anche ieri a Sant’Anna, in occasione dell’incontro che il sindaco Mario Bruno ha avuto con Giovanni Carta, dirigente del demanio regionale, per siglare l’accordo di comodato d’uso con cui l’ex cotonificio di via Marconi è finalmente nelle disponibilità del Comune di Alghero, che lo inserirà nel più complessivo progetto per la realizzazione del distretto della creatività.

Si è discusso di altri beni, dall’hotel Bellavista di Fertilia, e si è parlato anche di Surigheddu. Ma l’argomento è stato soprattutto al centro di due differenti incontri che Bruno ha avuto nei giorni scorsi con gli allevatori e con i loro rappresentanti legali. Dopo un primo confronto avuto nella sede del Comune, Bruno e gli allevatori sono stati a Sassari, negli uffici del demanio della Regione. Il confronto è servito per sbloccare la situazione e aprire un canale di dialogo. Gli allevatori, che garantiscono una cinquantina di posti di lavoro e hanno un ruolo non secondario nell’approvvigionamento della filiera casearia e di quella dell’agnello sardo igp, si sono detti disposti a trattare, rinunciando alle cause di usucapione e accettando di trasferirsi in un’area omogenea e periferica della tenuta. Chiedono più o meno 250 ettari, ma se non dovessero arrivare risposte a breve, l’ipotesi delle cause per usucapione riprenderebbe quota.

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