La Nuova Sardegna

Alghero

Per Secal il giorno della dismissione, in aula sarà guerra

di Gianni Olandi
Per Secal il giorno della dismissione, in aula sarà guerra

Per la maggioranza la società ha difficoltà di tipo operativo Ma l’opposizione attacca: negli ultimi anni il trend è positivo

28 luglio 2016
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ALGHERO. Il destino della Secal, la società di riscossione dei tributi locali, si decide stasera nell’aula consiliare di via Columbano. La maggioranza ha infatti deciso che l’ente presieduto da Salvatore Marino deve essere praticamente dismesso in quanto avrebbe manifestato difficoltà di tipo operativo per quanto riguarda l’accertamento e la riscossione ordinaria e coattiva delle entrate tributarie.

Stasera dovranno essere approvate le linee guida per l’assegnazione a terzi di tale compito. La decisione della maggioranza è fortemente avversata dalle opposizioni che non condividono la gestione negativa della Secal, ma anzi, evidenziano un crescendo di riscossioni che sarebbe in linea con la maggioranza di altri comuni. Dalle rilevazioni dello stesso assessorato alle Finanze risulta il trend di crescita è perfino certificato: 19 milioni di riscosso nel 2013 , 27 milioni nel 2014 e 29 milioni del 2015. Sempre per il 2015 si deve aggiungere un milione circa incassato dai versamenti della tassa di soggiorno.

Il buco, secondo l’amministrazione comunale, sarebbe più sensibile nella riscossione coattiva ma su questo punto si confrontano filosofie diverse: essendo stato bocciato il piano industriale, la Secal non può disporre di risorse per l’azione forzata che deve necessariamente fare ricorso a prestazioni professionali esterne. Tra le forze politiche di opposizione che hanno svolto analisi di merito e anche di tipo contabile sull’intera operazione, il gruppo consiliare di Cinquestelle formato dai consiglieri Graziano Porcu e Roberto Ferrana. Viene infatti evidenziato che la dismissione della Secal non costituirebbe per il Comune un intervento di sana amministrazione del denaro pubblico.

«Al netto degli incassi da parte di Secal è importante sottolineare che la stessa, partecipata al 100 percento, costa al Comune 960 mila euro lordi mentre, una qualsiasi azienda privata esterna pretenderebbe un aggio (per la riscossione ordinaria) pari al 8-9 percento del totale riscosso che, viste le cifre che si aggirano intorno ai 30 milioni di euro, equivarrebbe a circa 2,4 milioni di euro e cioè esattamente 1,4 milioni di euro in più». Il rilievo di Cinquestelle lascia quindi intendere che dall’operazione ci guadagnebbe soltanto la società di riscossione esterna e che il Comune andrebbe quindi a perdere importanti risorse che potrebbero essere destinate proprio al potenziamento della Secal in modo da poter produrre volumi più consistenti attraverso la riscossione coatta. Sempre sulla stessa operazione anche in maggioranza ci sarebbero perplessità e distinguo a conferma di un provvedimento che forse andrebbe esaminato con maggiore buon senso ed equilibrio e in una visione che vada a privilegiare soltanto gli interessi generali della collettività.

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