La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero e la guerra dei tavolini: il Tar dà ragione al “Milese”

di Gian Mario Sias
Alghero e la guerra dei tavolini: il Tar dà ragione al “Milese”

Accolto il ricorso della storica focacceria chiusa a giugno dal Comune per 5 giorni. Il legale: ora chi ha sbagliato dovrà risarcire

04 agosto 2016
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ALGHERO. «L’area occupata corrisponde a quella concessa, la necessità di ridurre l’area data in concessione deve essere giustificata da interesse pubblico e deve avvenire tramite il parziale ritiro della concessione, il provvedimento del Comune si fonda sul falso presupposto dell’occupazione abusiva di suolo pubblico». Sono le motivazioni con cui la seconda sezione del Tar della Sardegna ha accolto il ricorso del bar focacceria “Il Milese” contro il Comune di Alghero. Una presa di posizione netta che dirime uno dei gialli di inizio estate nella Riviera del corallo, culminato il 19 giugno con la chiusura forzata della focacceria più famosa di Alghero per cinque giorni.

Dal braccio di ferro l’amministrazione comunale esce con le ossa rotte, anche sul piano dell’immagine. E il pronunciamento del Tar rafforza le ragioni che i titolari del Milese intendono far valere anche in sede penale per vedere risarciti i danni subiti da quella chiusura e vedere sanzionate le eventuali omissioni d’atti d’ufficio e abusi di atti d’ufficio di cui si considerano vittime. Come spiega il loro legale, Stefano Carboni, che in sede amministrativa ha difeso gli interessi della storica focacceria col collega Antonio Maria Lei, «intendiamo far valere i principi enunciati dall’articolo 28 della Costituzione, non chiamando in causa il Comune ma le persone che hanno firmato quel provvedimento». Si tratta del sindaco Mario Bruno e del dirigente Guido Calzia.

Nei giorni scorsi, a seguito delle quattro denunce presentate da Sonya Fiori, titolare del Milese, e dei suoi avvocati, la Procura di Sassari ha disposto il sequestro dei documenti relativi alla vicenda. In tempi non sospetti l’imprenditrice aveva già fatto presente agli inquirenti la sua convinzione che ci fosse l’intenzione di farla chiudere, come poi è avvenuto. Ma la sentenza del Tar Sardegna annulla in un solo colpo l’ordinanza del sindaco di Alghero dello scorso 17 giugno 2016, «con la quale si è disposta la rimozione delle strutture sistemate sul suolo pubblico, oggetto di concessione precedentemente rilasciata», come recita il dispositivo del provvedimento del tribunale amministrativo. E annulla anche la diffida dirigenziale del 19 maggio 2016 e «tutti gli altri atti presupposti, connessi e consequenziali, compresi i verbali di accertamento del 13 e 18 aprile e del 16 maggio 2016, già oggetto di gravame di fronte al giudice ordinario», scrive ancora il Tar per motivare la propria decisione e fissare per l’11 ottobre 2017 l’udienza per la trattazione di merito del ricorso.

«È stato recato un danno economico e d’immagine a un’impresa molto seria, che fa bene il suo lavoro e dà lustro alla città e al territorio – commenta il segretario di Confcommercio Alghero, Massimo Cadeddu – Auspico che d’ora in poi, prima di arrivare a provvedimenti di questo tipo, si cerchi il dialogo con gli imprenditori e le associazioni. La nostra richiesta per l’istituzione dello sportello di conciliazione è più che mai attuale».

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