Pesca, acquacoltura e sostenibilità, oggi si parla di rilancio
ALGHERO. Rafforzare la filiera ittica attraverso la creazione di valore aggiunto, la restituzione ai pescatori del valore dei prodotti della pesca e la restituzione ai consumatori della sicurezza...
ALGHERO. Rafforzare la filiera ittica attraverso la creazione di valore aggiunto, la restituzione ai pescatori del valore dei prodotti della pesca e la restituzione ai consumatori della sicurezza alimentare e del potere d’acquisto. Sono gli obiettivi dichiarati di “Flag Nord Sardegna”, il Piano di azione elaborato dal Gruppo di azione costiera di cui fanno parte i due poli della Sardegna settentrionale. Oggi istituzioni, operatori, consulenti del settore ed esperti di politiche comunitarie si troveranno ad Alghero alle 17.30, nella sala conferenza di Lo Quarter, per discutere insieme di quali siano effettivamente le opportunità per gli operatori della filiera ittica da questo nuovo processo di rilancio delineato insieme a tutti gli attori economici e istituzionali del territorio coinvolti a vario titolo. Le linee di sviluppo territoriale e le priorità sono già confluite nella bozza di progetto che il Gac presenterà agli operatori della pesca e ai portatori di interesse. Le azioni del Piano di sviluppo locale “Acquacoltura e Pesca sostenibile nel Nord Sardegna” è rivolto in particolare ai partner di Alghero, Bosa, Villanova Monteleone, Stintino e Porto Torres. Un’area in cui sono coinvolte numerose imprese di pesca, importanti risorse ambientali e aree a tutela biologica, come il Parco naturale regionale di Porto Conte e l’Area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana, il Parco nazionale dell’Asinara e l’Area marina protetta “Isola dell’Asinara”, che il piano considera formidabili risorse e grandi potenzialità per il futuro sviluppo del Nord Ovest Sardegna.
Il progetto che sarà illustrato questo pomeriggio interviene sui temi della diversificazione delle attività nella filiera ittica, del rafforzamento delle competenze degli operatori, degli interventi sulla tracciabilità del pescato, della trasformazione e commercializzazione, delle azioni di ripopolamento nelle aree di pesca, dell’educazione ambientale e alimentare. Per Alghero si tratta di un momento di riflessione molto importante. Dopo essere stata una realtà pionieristica in tema di acquacoltura e itticoltura, la Riviera del corallo dopo oltre sedici anni ha dovuto dire addio, nei mesi scorsi, a una realtà operativa che negli anni ha conosciuto una espansione e una crescita della qualità davvero straordinari, attestandosi sul mercato anche oltre i confini locali. Il marchio “Orata di Alghero” o “Spigola di Alghero”, anche nei mercati d’oltre Tirreno, iniziava a voler dire qualcosa. (g.m.s.)