La Nuova Sardegna

Alghero

La Riviera del Corallo in vendita o in affitto: sul mercato aziende storiche e prestigiose.

di Gianni Olandi
La Riviera del Corallo in vendita o in affitto: sul mercato aziende storiche e prestigiose.

 Alghero, già ceduti alcuni hotel “4 stelle” e  la legge della domanda e dell’offerta scatta anche per tavole calde, pizzerie, bar

13 dicembre 2016
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ALGHERO. Uno strano vento ha investito l’imprenditoria alberghiera e dei servizi, soprattutto quelli della ristorazione e bar. La parola vendesi e quelle “affidamento in gestione”sono diventate abituali negli ultimi mesi e ne sono coinvolte anche aziende storiche della ristorazione, alcune con prestigiosi riconoscimenti sulla qualità e l’offerta gastronomica.

Se il “vendesi” è per la Riviera del Corallo del tutto abituale nel settore immobiliare, e questo dai tempi del boom edilizio, nel comparto della ristorazione l’offerta è sempre stata piuttosto contenuta. Ma ora sembra aver preso il percorso contrario. Sul fronte alberghiero, alcuni “4 stelle” sono già stati venduti, per altri le trattative sono in fase avanzata di trattative. Ma il mercato della domanda e, soprattutto, dell’offerta riguarda ristoranti, tavole calde, pizzerie , bar ma anche altre attività con differenti tipologie merceologiche.

Il “venticello” spira per ragioni diverse. Gestioni ultradecennnali alle quali sono venuti meno stimoli e voglia di intraprendere o affrontare nuovi investimenti in riqualificazione delle strutture, passaggi generazionali che non trovano nelle new entry lo stesso entusiasmo dei predecessori. Ma tra le cause del fenomeno c’è anche il credito che si è fatto più prudente e che garantisce sempre meno sicurezze nella concessione di liquidità, la crisi economica che evidentemente non è soltanto un fatto locale, la perdita di volumi di traffico e la mancanza di prospettive certe nell'immediato. Queste ultime due situazioni sono proprio locali e si riferiscono al crollo del traffico low cost che ha toccato pesantemente l’estate appena trascorsa ma che si sta rivelando devastante nel corso di questo inverno. Mancano all’appello sette voli internazionali, con frequenze bi e trisettimanali, alcuni giornalieri come nel caso di Londra, che alimentavano le attività alberghiere e di servizio nel periodo più delicato dell’anno quale è appunto l’inverno e la bassa stagione più in generale.

Si tratta di decine di migliaia di arrivi che oggi non ci sono e che rappresentavano in solido una micro economia diffusa capace di creare ricadute economiche di assoluto rilievo perchè ottenute nella stagione invernale. Ritorna quindi di estrema attualità la vicenda dei voli low cost, l'abbandono della compagnia irlandese, riferimenti che garantivano continuità di lavoro.

Tra le ragioni, nel caso di alcune cessioni nel ricettivo, può avere svolto un ruolo non secondario il fenomeno dell'abusivismo più volte denunciato dalle stesse organizzazioni di categoria.

Da anni infatti il comparto alberghiero ufficiale lamenta di una concorrenza durissima da parte di quella ricettività diffusa, B&B, case vacanza ecc., che avrebbe messo in ginocchio diversi impianti dell’accoglienza.

Altra questione che spesso è dibattuta nell’imprenditoria alberghiera quella della pressione fiscale. Testimonianze in tal senso giungerebbero dai contenziosi in atto relativamente ai tributi locali e alla stessa Imu. Va purtroppo sottolineato che l’intero quadro economico si sta rivelando punitivo soprattutto per l’occupazione.

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