La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, l'ufficio del giudice di pace è chiuso ma il Comune continua a pagare l’affitto

di Gianni Olandi
Alghero, l'ufficio del giudice di pace è chiuso ma il Comune continua a pagare l’affitto

Al momento della rescissione del contratto l'immobile non era ancora stato svuotato, si è dovuto versare il canone siano a dicembre

04 gennaio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Si fa tanto parlare di risparmio nelle spese della pubblica amministrazione, di contenimento dei costi alla luce di una situazione economica difficile, di risorse finanziarie disponibili in misura sempre più inferiore al passato . Ma spesso è la stessa pubblica amministrazione a determinare sprechi di risorse che forse potevano essere evitate.

È il caso dei canoni di locazione pagati per gli uffici dell’ormai ex sede del Giudice di Pace in via IV Novembre. Nell’autunno del 2015 il sindaco Mario Bruno scrisse al ministero della Giustizia chiedendo la chiusura degli uffici in questione. Iniziativa assunta dopo che per svariati mesi il servizio, per questioni di personale, aveva in pratica cessato le proprie funzioni. La richiesta venne accolta immediatamente al punto che lo stesso ministro adottò - nel successivo mese di novembre - il decreto di chiusura, motivandolo con la specifica richiesta del Comune di Alghero, trasferendo gli uffici nel Tribunale di Sassari.

Una vicenda che ha privato la città di un servizio importante, l’unico rimasto in materia di giustizia dopo la chiusura del Tribunale di via Columbano. L’amministrazione algherese procedette regolarmente al recesso anticipato del contratto di locazione, stabilendo il pagamento di ulteriori 6 mesi, 40mila euro, fino al 30 giugno del 2016. Ma a quella data i locali di via IV Novembre non erano stati liberati dai beni mobili e quindi ora si è resa necessaria l’assunzione di una nuova determinazione per procedere al pagamento dei canoni fino al 30 dicembre dell’anno appena trascorso: altri 40mila euro.

A margine del vecchio vezzo in base al quale se il Comune è inquilino i canoni sono altissimi mentre quando è padrone di casa risultano meno cari - tendenza che si sta cercando di riequilibrare - va evidenziato che si tratta di somme importanti pagate per attività pubbliche inesistenti che da oltre un anno sono state trasferite a Sassari determinando indubbi disagi per l’utenza che fa riferimento alle materie giuridiche trattate dal giudice di pace. Nel caso in questione, si può sostenere serenamente che oltre al danno per la perdita di un servizio importante, c’è oggi anche la beffa di dover sostenere comunque i costi di quel servizio.

Ma c’è anche il timore che se i locali di via IV Novembre non saranno liberati da arredi, materiali d’ufficio e quant’altro apparteneva al precedente servizio, possa presentarsi il rischio di dover corrispondere il canone anche per l’anno appena cominciato. Situazioni come questa rendono, inoltre, decisamente più incomprensibile al cittadino il significato di “risparmio nella pubblica amministrazione”.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative