La Nuova Sardegna

Alghero

Notte da incubo per un banco di nebbia

di Gian Mario Sias
Notte da incubo per un banco di nebbia

Dirottati a Olbia i voli in arrivo da Fiumicino e Linate. Disagi per 300 passeggeri. Sogeaal: «La visibilità era troppo ridotta»

17 febbraio 2017
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ALGHERO. Passi che le destinazioni si siano ridotte all’osso. E passi pure che gli aerei che collegano con Roma e Milano siano molti meno di quanti ne servirebbero, soprattutto in determinati periodi dell’anno, del mese e della settimana. Ma che si debba anche affrontare un’odissea notturna per un fenomeno tutto sommato prevedibile e gestibile no, proprio no. I quasi trecento passeggeri che due notti fa sarebbero dovuti atterrare al “Riviera del corallo” di Alghero sono stati dirottati al “Costa Smeralda” di Olbia. Arrivavano dall’aeroporto milanese di Linate e da quello capitolino di Fiumicino, ma la nebbia ha stravolto i piani di Alitalia. Un cambio di programma che ha costretto i viaggiatori degli ultimi voli a passare una notte insonne, tra disagi di vario tipo, e tutta la mattinata odierna a protestare per un motivo molto semplice.

«Se la nebbia non è un impedimento in località che devono conviverci e in cui i banchi sono ben più consistenti, come è possibile che ogni volta che succede ad Alghero si devono registrare dei problemi del genere?», è la domanda che si sono fatti numerosi passeggeri. «E se proprio deve succedere che l’aereo venga dirottato, possibile che il sistema aeroportuale isolano non sia in grado di ridurre al minimo i disagi evitando che un viaggio aereo di cinquanta minuti si trasformi in un incubo lungo un’intera notte?». La risposta alla seconda domanda è più facile: il sistema aeroportuale isolano non esiste, perciò un aereo che da Alghero viene dirottato a Olbia o a Cagliari - e viceversa - coglie impreparate tre strutture che non lavorano sinergicamente.

Il motivo per cui la nebbia ad Alghero è più problematica che altrove lo spiegano i tecnici di Sogeaal. «Il banco di nebbia dell’altra sera era molto fitto, la visibilità era inferiore ai 300 metri, e con quella visibilità il nostro Ils non consente l’atterraggio», dicono. L’Ils è la strumentazione di assistenza tecnica automatica al volo, che aiuta l’aeroplano e i piloti nella fase di discesa e atterraggio in condizioni di visibilità ridotta.

«In questi casi si va a Olbia o a Cagliari, che per inciso dispongono dello stesso Ils di Alghero, che è di categoria 1», precisano. È la categoria di base, e a quanto pare è decisa da Enav, cui compete l’onere di allestire «sistemi di assistenza confacenti alle evenienze e alle tipologie di traffico». Tradotto: in un posto in cui la nebbia è un caso, come la Sardegna e i suoi tre aeroporti, disporre degli stessi strumenti di Milano sarebbe insensato e diseconomico.

C’è un altro aspetto. «Le condizioni di visibilità e l’Ils di un aeroporto possono non essere omogenee con quelle dell’aeroplano o del comandante», spiegano gli addetti ai lavori. In pratica: anche in condizioni di visibilità meno traumatiche di due sere fa, il volo può cambiare destinazione a seconda dei certificati di cui dispongono l’aereo e il pilota. Resta poi il fatto che uscire dall’aeroporto di Olbia, confluire in un mezzo messo a disposizione dalla compagnia aerea e tornare ad Alghero sia stata un’impresa affidata alla buona volontà dei passeggeri, che lamentano di essere stati lasciati soli. Ma per questo vale la risposta data alla prima domanda.

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