La Nuova Sardegna

Alghero

Pensionata morta all'ospedale civile, assolti due chirurghi

di Nadia Cossu
Pensionata morta all'ospedale civile, assolti due chirurghi

Una donna di Villanova operata per un grave tumore era deceduta in ospedale Il giudice ha stabilito che i medici non ebbero responsabilità: il fatto non sussiste

23 aprile 2017
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ALGHERO. Nessuna responsabilità per la morte in corsia di Gerolama Carboni, una donna di 79 anni di Villanova Monteleone che quattro anni fa era stata ricoverata all’ospedale Civile di Alghero per l’asportazione di una massa tumorale allo stomaco.

Ieri mattina il giudice Teresa Castagna ha assolto i due chirurghi imputati – Giovanni Occhioni e Antonino Piras – «perché il fatto non sussiste». Così come avevano sostenuto in udienza i consulenti nominati dagli avvocati difensori Sebastiano Chironi e Rita Dedola, la morte della paziente non sarebbe stata causata da un errore tecnico da parte dei medici ma da problemi legati al gravissimo quadro clinico di partenza.

La pensionata di Villanova a gennaio del 2013 era stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore allo stomaco. Era però sopraggiunta una complicazione e la paziente era deceduta dopo una seconda operazione. Il sostituto procuratore Paolo Piras aveva disposto il sequestro delle cartelle cliniche, iscrivendo nel registro degli indagati i due chirurghi. I familiari della vittima nel processo si erano costituiti parte civile con gli avvocati Danilo Mattana e Emiliano Alfonso. A far scattare l’inchiesta erano stati proprio i figli della donna. La pensionata era stata operata e riportata in corsia ma in poche ore la situazione era degenerata: un infarto intestinale aveva provocato un’emorragia interna. Mentre i parenti si trovavano in ospedale per visitarla, era stata riportata d’urgenza in sala operatoria e a distanza di 24 ore era morta. Nelle ore comprese tra i due interventi i medici avevano costantemente tenuto sotto controllo il quadro clinico di Gerolama Carboni, avevano potuto osservare che dopo la prima operazione c’era stato un recupero. Poi in serata i valori avevano rivelato qualche problema e si era reso necessario un secondo intervento chirurgico. Era sopraggiunto un infarto venoso.

I legali Chironi e Dedola avevano chiamato in aula come consulenti Salvatore Lorenzoni, Pietro Niolu e Pinotto Dettori (quest’ultimo per lungo tempo è stato direttore di Clinica chirurgica all’Università), mentre l’accusa aveva nominato Pasquale Macrì e Gianfranco Lemmo. Lo stesso pm al termine della discussione ha chiesto l’assoluzione dei due imputati.

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