La Nuova Sardegna

Alghero

Surigheddu, Bruno chiede ricadute locali

Surigheddu, Bruno chiede ricadute locali

Il sindaco interviene sulla messa in vendita dell’immenso compendio da parte della Regione

12 luglio 2017
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ALGHERO. «I grandi gruppi nazionali o internazionali che vogliano acquisire il compendio di Surigheddu e Mamuntanas devono garantire prospettive concrete alle imprese locali e agli agricoltori del territorio, che in forma associata o cooperativistica possano trovare sbocchi di mercato fino a oggi impensati».

A due settimane dall’annuncio della Regione, che ha approvato le linee di indirizzo per la vendita dell’azienda agricola da oltre mille ettari all’ingresso della città, il sindaco Mario Bruno prende una posizione netta. E si schiera dalla parte di chi chiede a gran voce che quel patrimonio inestimabile diventi un’occasione di rilancio, di sviluppo e di crescita per la produzione agricola locale, per l’eccellenza, per l’economia e per l’occupazione di Alghero e di tutto il territorio. Tanto per non continuare a dirselo addosso, tra incontri pubblici, summit riservati e comunicati stampa, Bruno ritiene che «la compartecipazione delle imprese locali deve essere esplicitamente prevista e contemplata».

Tutto nero su bianco, nel bando di vendita che la Regione pubblicherà verosimilmente dopo l’estate, nella speranza che il tempo che manca possa servire per risolvere il contenzioso con le aziende zootecniche che da decenni operano all’interno di quel paradiso abbandonato e incolto. «Apprezzo molto la proposta delle imprese algheresi che vogliono stare sul mercato, valorizzando la nostra produzione agricola in quel compendio fertilissimo», dice chiaramente il sindaco. Il suo riferimento è alla proposta rilanciata da Antonello Fois per Accademia Olearia. Il responsabile commerciale dell’azienda di famiglia una settimana fa ha proposto a Cagliari un tavolo con tutte le forze che abbiano capacità, idee e progetti per parlare della possibile nascita a Surigheddu e Mamuntanas di un distretto dell’eccellenza locale. «Stiamo parlando di mille e duecento ettari di grande valore paesaggistico e produttivo, nel quale insistono grandi potenzialità date dalle biodiversità e tipicità agroalimentari della Nurra - aggiunge Mario Bruno - motivo in più per creare le condizioni per un rilancio complessivo della filiera agricola nel Nord Ovest della Sardegna».

Ecco perché «quest’occasione deve vedere protagonista il territorio, che ha bisogno di nuova occupazione e di sviluppare impresa - insiste - nel rapporto con gli eventuali acquirenti ci deve essere la massima attenzione alle imprese e agli agricoltori locali». (g.m.s.)

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