La Nuova Sardegna

Alghero

Aeroporto di Alghero, riparte la protesta: sciopero l’8 settembre

di Gian Mario Sias
Aeroporto di Alghero, riparte la protesta: sciopero l’8 settembre

Iniziativa unitaria decisa dai sindacati contro il ridimensionamento degli organici della Sogeaal Cgil, Uil e Ugl: «Ristrutturazione complessa ma serve un piano per salvaguardare i posti di lavoro»

25 agosto 2017
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ALGHERO. I dipendenti di Sogeaal tornano sulle barricate. Le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori della società che gestisce l’aeroporto di Alghero hanno proclamato lo sciopero e l’astensione dal lavoro per il prossimo 8 settembre. Le sigle di categoria che fanno capo a Cgil, Uil e Ugl hanno deciso di far sentire alta la propria voce. Per un motivo molto semplice. «La società vuole arrivare a 160 dipendenti, quello che è già successo ai lavoratori della security è solo il primo passo di un ridimensionamento che potrebbe riguardare chiunque», annunciano le organizzazioni sindacali.

Con una lettera indirizzata a Sogeaal, Prefettura di Sassari, Commissione di garanzia sugli scioperi di Roma, Osservatorio sui conflitti nei trasporti di Roma, direzione generale e direzione regionale dell’Enac, e per conoscenza a Regione, Confindustria Nord Sardegna, Assaeroporti ed F2i, i tre sindacati spiegano che «consultata l’assemblea dei lavoratori considerano chiusa negativamente anche la seconda fase di raffreddamento delle relazioni industriali». Fermo restando che può finalmente dirsi «ristabilito un dialogo tra organizzazioni sindacali e società», come confermano i rappresentanti dei dipendenti di Sogeaal, «gli svariati incontri avuti in questi mesi non hanno prodotto risultati concreti». A iniziare dall’annullamento del bando per l’esternalizzazione dei servizi di security, che secondo loro può essere ritirato in qualsiasi momento e senza il pagamento di alcuna penale, ma senza concentrarsi solo su quel che riguarda quel settore.

«È uno sciopero di tutti i lavoratori e riguarda tutti, perché a breve lo spacchettamento pensato potrebbe coinvolgere anche altri settori dell’azienda», avvertono Cgil, Uil e Ugl. La prima fase di raffreddamento dei rapporti era sta annunciata l’11 maggio, il suo esito negativo era scaturito dall’insoddisfazione per l’incontro avuto il 19 maggio nella sede di Confindustria. Si era aperta una seconda fase dopo gli incontri in Prefettura dell’8 giugno e del 10 luglio, ma anche in quella circostanza le posizioni erano parse inconciliabili e avevano portato i sindacati a dirsi insoddisfatti e a rimandare tutto alla decisione dell’assemblea. Nelle scorse settimane i lavoratori si sono riuniti e hanno confermato il giudizio dei sindacati, dando il la alla proclamazione dello sciopero. Quattro ore, dalle 12 alle 16, per chiedere garanzie sul futuro dei lavoratori.

«Siamo consapevoli di essere di fronte a una complessa fase di ristrutturazione aziendale, ma siamo altrettanto convinti che prima di procedere ai licenziamenti si debbano attuare tutta una serie di misure per tutelare i posti di lavoro». E il percorso seguito sinora con l’esternalizzazione dei servizi di security, «di fatto impedisce che tali misure vengano adottate – concludono – e a breve la stessa sorte toccherà anche ad altri settori».
 

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