La Nuova Sardegna

Alghero

ritardi nei rimborsi disabili 

Su Facebook la protesta delle famiglie

ALGHERO. È una storia che si ripete e che aggiunge disperazione alla disperazione. Come se dover fare i conti con la disabilità non fosse già un impegno gravoso sul piano fisico e psicologico, ci si...

06 settembre 2017
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ALGHERO. È una storia che si ripete e che aggiunge disperazione alla disperazione. Come se dover fare i conti con la disabilità non fosse già un impegno gravoso sul piano fisico e psicologico, ci si mettono anche i problemi economici prodotti dai clamorosi ritardi nel pagamento dei fondi disposti dalla Regione. C’è chi aspetta da mesi. E se in alcuni Comuni si prova a correre ai ripari, cercando di accorciare i tempi con l’anticipazione dei fondi che prima o poi arriveranno da Cagliari, «ad Alghero è diventato praticamente impossibile ricevere qualsiasi informazione in merito», come lamentano alcuni diretti interessati. Forse è anche questo un effetto della mancata approvazione del bilancio consuntivo. Di sicuro lo è il fatto che «il dipendente precario che si occupava della procedura non è stato rinnovato», e che «l’impiegato che dovrà subentrargli dopo aver vinto il concorso non ha ancora potuto prendere servizio perché, senza l’approvazione del conto di gestione, l’esito delle selezioni di mezza estate è congelato». Sembra essere questa la paradossale vicenda che ha spinto sul piede di guerra alcune famiglie che annualmente attingono ai contributi della legge 162, che finanzia i piani personalizzati destinati alle persone con gravi disabilità, un modello a cui guardano tutte le altre regioni d’Italia, ma che ogni anno nella Riviera del corallo si porta appresso una coda di polemiche e di proteste. Stavolta l’insoddisfazione corre sul web. Facebook, neanche a dirlo, diventa il punto di ritrovo di madri disperate, esasperate dai sacrifici e dall’impossibilità di andare avanti. Anche perché, denunciano senza troppi giri di parole, «i ritardi nei rimborsi rappresentano un problema cronico». Conseguenza, spiegano le famiglie, «siamo impossibilitate a pagare assistenti ed educatori». (g.m.s.)

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