Turismo, dopo l’estate boom gli hotel di Alghero sono semivuoti
Nella Riviera del corallo il bilancio è più che positivo, nei mesi di spalla però occupata solo una stanza su tre
ALGHERO. Rispetto al 2016 gli ospiti negli alberghi algheresi sono aumentati e sono cambiati, nel senso che sono disponibili ad acquistare i servizi turistici a un prezzo superiore. La stagione turistica sta per andare in archivio e per il Consorzio Riviera del corallo, cui fanno capo la maggior parte degli alberghi di Alghero, è tempo di bilanci. Il segno è sicuramente positivo, tanto dal punto di vista dell’occupazione media dei posti letto, in leggero incremento rispetto al 2016, quanto soprattutto rispetto alla qualità dei visitatori della Riviera del corallo. I dati a disposizione del consorzio, il cui campione è molto attendibile, sono positivi. Ma si tratta di numeri così consolidati da spingere a fare altre riflessioni.
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«Sul piano economico, sono buoni segnali, indice di un mercato in ripresa», è la premessa di Stefano Visconti, presidente del consorzio, che si aspetta buone cose anche dal mese in corso. «Qui settembre è ancora un mese di piena attività – dice – l’anno scorso l’indice di occupazione dei posti letto ha toccato il 70% e tutto fa pensare che anche quest’anno la saturazione della capacità ricettiva sia in linea con gli obiettivi di inizio stagione». La scommessa, in fondo, è da qui in poi, perché su luglio e agosto non possono esserci dubbi. «Non hanno mai preoccupato, in piena estate siamo sempre stati vicini al 90% di occupazione, anche nei momenti più bui legati alla contrazione dei consumi, tra il 2008 e il 2013», assicura il presidente del consorzio. Archiviata la stagione col segno più, gli operatori algheresi si concentrano sui mesi spalla, che dovrebbero fare la differenza e dire cosa Alghero vuole fare da grande. «In maggio, il mese delle ripartenze stagionali, l’indice di occupazione medio degli ultimi tre anni è del 45% – osserva Visconti – mentre giugno, che nella prima metà può contare “sull’effetto Rally” e nella seconda sulla chiusura delle scuole e l’inizio della stagione balneare, nell’ultimo triennio ha un tasso di saturazione dei posti letto del 70%».
Un dato che non può soddisfare. Per non parlare di aprile e ottobre. «Non arrivano a totalizzare il 35% di occupazione media», commenta Visconti, dati alla mano. Non lo dice ma lo fa capire, che è un vero peccato. «Alghero vanta una delle stagioni turistiche più lunghe in Sardegna, il milione e 100mila presenze all’anno collocano la Riviera del corallo al secondo posto nell’isola, dopo Arzachena», spiega Visconti. Tra l’altro il 20% dei visitatori che non passa per i tour operator è fidelizzato e «ripete l’esperienza di vacanza». Eppure ad Alghero a salvare i bilanci delle aziende turistiche è ancora l’estate. «Le strutture ricettive non scommettono oltre i mesi canonici e più proficui – afferma il loro rappresentante – perché ci sono troppi rischi, legati agli scarsi flussi extra-stagionali». La soluzione, che potrebbe essere dietro l’angolo, ha un solo nome: bando di destagionalizzazione promosso dall’assessorato regionale del Turismo. Tutti, non solo gli albergatori, ad Alghero ci sperano.