La Nuova Sardegna

Alghero

centro studi toniolo 

«Importiamo i nostri prodotti tipici »

ALGHERO. «La Sardegna consuma oltre 4 miliardi di euro di derrate alimentari, ma ne produce solo 2 miliardi e mezzo, tra i vari prodotti di importazione ci sono anche aglio, prezzemolo, pomodori,...

17 ottobre 2017
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ALGHERO. «La Sardegna consuma oltre 4 miliardi di euro di derrate alimentari, ma ne produce solo 2 miliardi e mezzo, tra i vari prodotti di importazione ci sono anche aglio, prezzemolo, pomodori, cipolle, oli e grassi vegetali che da sempre appartengono alle nostre campagne». È la riflessione, provocatoria ma non troppo, formulata dal Centro studi politici “Toniolo” di Alghero. Il ragionamento è stato al centro dell’accesso dibattito di alcune sere fa, in occasione di “La campagna e le nuove prospettive di lavoro per le comunità locali”, il convegno che l’associazione culturale presieduta dall’ex sindaco Tonino Baldino ha organizzato insieme alla Diocesi di Alghero e Bosa. «La differenza tra consumo e produzione evidenzia quanto sia forte la dipendenza della Sardegna dal mercato esterno», è stato detto durante il dibattito. La cosa è parsa tanto più paradossale dato che «si tratta in larga misura di prodotti della nostra terra, ma che stanno venendo a mancare per via del fatto che assistiamo a un sempre più costante abbandono delle campagne», dicono gli esperti, secondo i quali «ormai mancano prodotti di uso quotidiano e così aumentata la nostra dipendenza dall’esterno». Ad animare il dibattito è stato l’economista Franco Manca. Il suo intervento è stato centrale nel confronto di preparazione alla Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Cagliari dal 26 al 29 ottobre. «Il settore agroalimentare è per la Sardegna un ambito ricco di potenzialità lavorative – è la conclusione – ma dovrà essere valorizzato attraverso la creazione di filiere corte, capaci di garantire alta qualità delle produzioni per vincere il confronto con i più vantaggiosi prodotti di importazione». E come ha precisato il rappresentante di Confcooperative, Gavino Soggia, «qualità significa tutela della salute». (g.m.s.)

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