La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, vandali a Santa Chiara tra incuria e degrado

di Gianni Olandi
Alghero, vandali a Santa Chiara tra incuria e degrado

L’edificio storico sede della facoltà di Architettura è stato restaurato di recente. Le facciate stanno perdendo l’intonaco e nelle aule ci sono infiltrazioni d’acqua

20 gennaio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Sta rischiando di assomigliare al rudere dell’ex vecchio ospedale dei bastioni Marco Polo. L’edificio che per qualche decennio ha rappresentato una brutta pagina della città murata e che dopo il restauro e il ripristino della funzionalità è stato assegnato in comodato d’uso gratuito all’università di Sassari, che vi ha insediato la facoltà di architettura.

Si parla del complesso di Santa Chiara, definito il gioiello del patrimonio immobiliare della città, il palazzo dove sono ospitate le aule della facoltà, dove si tengono le lezioni e si formano i futuri architetti.

Lo stabile, ma anche le adiacenze, vivono una condizione di precarietà strutturale che fornisce una pessima immagine della stessa istituzione che le gestisce.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.16378242:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.16378242:1653489072/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

La facciate sono interessate da vasti spazi privi di intonaco, calcinacci a terra, stesso problema si trova in qualche aula dove l’umidità ha prodotto vistosi segni, logorando le pareti probabilmente anche a causa di infiltrazioni d’acqua. Macchie di muffa diffuse fanno da cornice ai ragazzi che vi passano diverse ore al giorno.

La stessa piazza della Jhuaria offre analogo campionario di facciate scrostate, chiazze di intonaci cadenti, e perfino episodi di vandalismo ne stanno condizionando quella straordinaria immagine, così ricca di storia e di cultura.

Quello spazio era infatti il mercato del pesce e del commercio, gestito dai mercanti ebrei che vivevano nel centro storico e che il quel sito attendevano le barche che rientravano dalla pesca.

Per citare uno degli episodi di vandalismo: una breve scalinata che dalla piazza conduce ai vicini bastioni, era dotata di un impianto di illuminazione murato sulla parete, con l’utilizzo presumibilmente di un martello è stato completamente distrutto. Va detto che il complesso di Santa Chiara è esposto per la sua posizione logistica all’usura dei venti e della salsedine e quindi si tratta di un immobile che ha necessità di una manutenzione ordinaria puntuale e costante che, per quello che è lo stato attuale, pare che non ci sia mai stata. La proprietà di tutto il complesso edilizio è della amministrazione comunale, resta da verificare se nel comodato d’uso le attività di manutenzione sono delegate al proprietario dell’immobile o all’ente, in questo caso l’università di Sassari, che lo gestisce. Il Comune oltre al complesso di Santa Chiara ha messo a disposizione dell’ateneo turritano anche il palazzo antistante il mare dell’ex asilo Manganelli, il palazzo del Pou Salit nel cuore della città vecchia. L’attuale precarietà strutturale, tra l’altro, è presente in un’area particolarmente visitata durante la stagione estiva, per le sue bellezze architettoniche e la posizione panoramica.

Oltre al disagio che possono provare gli studenti e i docenti, quelle facciate scrostate, le chiazze di umidità, i calcinacci al suolo, costituiscono un biglietto da visita poco consono a una località che vuole essere insignita del titolo di città della cultura e che proprio sul fronte dell’immagine da fornire all’esterno sta producendo i maggiori sforzi nella comunicazione ma anche di tipo economico.


 

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative