La Nuova Sardegna

Alghero

ambientalisti contro le ruspe 

«Calabona è il simbolo del malgoverno»

«Calabona è il simbolo del malgoverno»

ALGHERO. «Calabona è il simbolo del malgoverno urbanistico sardo». La “Consulta Ambiente e Territorio” della Sardegna non le manda a dire. L’organizzazione di ispirazione ambientalista interviene nel...

17 febbraio 2018
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ALGHERO. «Calabona è il simbolo del malgoverno urbanistico sardo». La “Consulta Ambiente e Territorio” della Sardegna non le manda a dire. L’organizzazione di ispirazione ambientalista interviene nel dibattito sulle più recenti operazioni edilizie nell’area tra il Balaguer e l’hotel Calabona. «Le trasformazioni incalzano da molti anni nelle zone dell’area urbana più prossime al mare, dove il valore immobiliare è più elevato – scrivono i vertici della consulta – si tratta di zone classificate come “B” da un Piano regolatore generale vetusto, redatto su carte ingiallite dal tempo e spiegazzate dall’uso». Al di là della loro età, quelle carte sono tante. «Sicuramente troppe e troppo incoerenti per quanto riguarda i rapporti stabiliti per legge tra abitanti insediabili e aree per servizi, certamente carenti», incalza la Consulta, secondo la quale «se solo si volesse, non sarebbe difficile raccogliere qualche dato sulla plausibilità di molte zone “B” e sulla contabilità urbanistica dei contesti, magari affidando la ricognizione agli studenti di Architettura». Da tecnica, la considerazione della Consulta Ambiente e Territorio si fa politica. «Un altro quinquennio è quasi trascorso e un altro sindaco potrebbe non arrivare in tempo ad adeguare lo strumento urbanistico alla pianificazione paesaggistica – dice il durissimo documento diffuso – nonostante in campagna elettorale il Puc sia stato definito come obiettivo strategico per restituire alla città la sua identità e per favorire un equilibrato progresso della dimensione abitativa ma anche economica e sociale». E invece, «il lavoro di redazione del piano urbanistico di Alghero dura da quasi venticinque anni – è la bacchettata verso Porta Terra – mentre il mondo è cambiato, nella mitica porta del turismo isolano il tempo sembra essersi fermato». Ma la Consulta punta il dito anche contro la Regione. «Fa finta di non vedere che uno dei Comuni a più alto tasso di flussi turistici se ne infischia delle leggi statali e regionali – è l’accusa violentissima – una condizione di correità scandalosa nella quale sopravvivono le zone “B”, premiate dalla doppia copertura della assenza di pianificazione aggiornata e dal piano casa del 2015». (g.m.s.)

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