La Nuova Sardegna

Alghero

dopo l’approvazione del Pai 

La consigliera Pulina tenta di occupare l’aula

La consigliera Pulina tenta di occupare l’aula

ALGHERO. «Atti come il Pai, il progetto di riqualificazione della Pietraia o il Piano strategico di Alghero, per la loro importanza, devono essere approvati in larga maggioranza, non certo da soli...

13 marzo 2018
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ALGHERO. «Atti come il Pai, il progetto di riqualificazione della Pietraia o il Piano strategico di Alghero, per la loro importanza, devono essere approvati in larga maggioranza, non certo da soli otto consiglieri». Lo urla al vento la consigliera comunale del gruppo misto di minoranza, Monica Pulina, che aveva anche proposto alle altre opposizioni di occupare la sala consiliare di via Columbano in occasione della seduta di ieri sera in seconda convocazione. Invece niente, qualcosa nella strategia della minoranza non ha funzionato e lei si è ritrovata sola, fuori dall’aula. Ma a dare manforte alla sua posizione ci hanno pensato il Comitato zonale della Nurra e l’associazione di cultura e iniziativa politica “I terrestri”, che hanno protestato nei confronti dell’amministrazione comunale. Per il Comitato zonale della Nurra, proporre e licenziare la presa d’atto del Pai in secondo convocazione è un atto «di prepotenza». Tecnici e vertici dell’organizzazione ricordano che «sono state innumerevoli le richieste di revisione di questo nefasto studio», e che tali richieste «non solo sono sempre andate a vuoto, ma paradossalmente ci siamo trovati sbeffeggiati dalla stessa amministrazione, che invece ci dovrebbe ascoltare e tutelare». Secondo loro «l’amministrazione continua a non ascoltare il grido di dolore di un così consistente numero di persone coinvolte e utilizza la forza per l’approvazione della delibera». Non è più tenero l’agronomo Ferdinando Manconi, presidente di “I terrestri” di Alghero. «Ad Alghero si è perso molto tempo utile, ma la pianificazione è una scienza che non accetta fretta e non permette di rimediare agli abomini». Secondo Ferdinando Manconi «i cambi di maggioranza non consentono di portare avanti progetti ragionati, ma la fretta non è utile neanche se la giustificazione è la necessità di intercettare i fondi del Piano di sviluppo rurale». Tanto più se «i fondi sono stati in parte già spesi e la Regione non è in grado, a oggi, di portare avanti i nuovi bandi». (g.m.s.)

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