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Alghero

Polemiche sull’ordinanza balneare

Polemiche sull’ordinanza balneare

«La legge comunitaria 217 del 2011, che parifica tutti gli esercizi e i manufatti per la fruizione del mare, compresi quelli insistenti su terreni privati prossimi al mare, agli altri esercizi...

07 aprile 2018
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«La legge comunitaria 217 del 2011, che parifica tutti gli esercizi e i manufatti per la fruizione del mare, compresi quelli insistenti su terreni privati prossimi al mare, agli altri esercizi commerciali ubicati nel resto del territorio comunale, è stata richiamata da tutte le ordinanze balneari della Sardegna tranne quella del 2018». Lo dice a chiare lettere Raffaele Cadinu. Geometra, ambientalista, opinion maker con un certo seguito in città, Cadinu lancia la protesta di semplici cittadini e operatori balneari. «L’ordinanza balneare del 2018 è l’apoteosi dell’incoerenza perché cita una serie di normative con cui, alla fine, si ammette l’insistenza dei servizi per la fruizione del mare tutto l’anno – dice Cadinu – ma contestualmente si confermano le spiagge di serie A e le spiagge di serie B, facendo smontare i manufatti in inverno in aperto contrasto con la legge comunitaria e con la legge dello Stato». Come in una commedia degli equivoci in salsa burocratica, è il senso della protesta, «il Puc, che deve essere verificato dagli stessi burocrati regionali che hanno partorito tali incoerenze, pone come regola che l’insistenza dei manufatti per la fruizione del mare sia soggetta al Pul, anch’esso in travaglio, e in mancanza del quale valgono le disposizioni delle spiagge di serie A e serie B», come Cadinu qualifica la distinzione tra spiagge urbane e spiagge extraurbane, in cui le restrizioni invernali si fanno più pressanti. Per uscire da tecnicismi e da questioni normative, la sostanza è ben più chiara. «Perché vogliamo far venire i turisti anche d’inverno se poi gli togliamo pure i bagni dalle spiagge?», è la provocazione lanciata da Cadinu. (g.m.s.)

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