La Nuova Sardegna

Alghero

La posidonia spiaggiata potrebbe diventare biogas

Gianni Olandi
La posidonia spiaggiata potrebbe diventare biogas

Il progetto è di una società privata in collaborazione con un’azienda di Ozieri. In questo modo non sarebbe necessario lo stoccaggio sull’arenile di San Giovanni

16 giugno 2018
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ALGHERO. Mentre la gestione ordinaria del problema della posidonia spiaggiata, decisamente in ritardo sugli abituali tempi della balneazione, sembra aver trovato un percorso più agevole, con il coinvolgimento diretto dei concessionari privati, la collaborazione di una impresa del settore e la disponibilità al confronto del Comune, ritorna di attualità il progetto complessivo della “liberazione” del litorale di San Giovanni dalle migliaia di metri cubi di alghe in putrescenza e il successivo utilizzo secondo quelle che sono le regole della normativa vigente.

Il progetto originario della società “Verekology” prevedeva in un primo elaborato, la raccolta delle alghe, compattate in rotoballe con materiale plastico che si scioglie a contatto con l'acqua del mare e quindi il trasferimento su chiatte al largo della costa algherese per essere depositate su fondali sabbiosi. Una procedura i cui costi apparivano, almeno in questa fase, non sostenibili per un progetto di lunga durata visto che ogni anno vengono prodotti circa 5 mila metri cubi di posidonia spiaggiata. Un segno di buona salute del mate secondo gli esperti del settore. Ma ora quel progetto si è arricchito di una novità: il trasferimento delle ecoballe ai centri di digestione anaerobica per la produzione di biogas. Quindi di elettricità. Contatti in tal senso sarebbero in fase avanzata e tra i riferimenti ci sarebbe un centro biogas già operativo a Ozieri. La procedura prevederebbe una azione di vagliamento dalla sabbia, per recuperare i preziosi granelli, e di dissalazione, procedure che sarebbero realizzate con macchinari speciali in uno spazio individuato sempre sull’arenile di San Giovanni. Il conferimento delle rotopresse di posidonia potrebbe essere praticato al centro di biogas anche a titolo gratuito fatti salvi evidentemente i costi del trasporto. Visti i volumi giacenti a San Giovanni, aumentati vistosamente dalle recenti operazioni di rimozione sulla battigia e trasferiti nell’area di stoccaggio, i tempi di conclusione dell’operazione avrebbero la durata di almeno un paio di mesi.

L’ipotesi progettuale sta destando grande attenzione e interesse nel settore alberghiero, dei servizi e della ristorazione per tutti i disagio che la “ discarica” di alghe di San Giovanni determina ormai da anni.



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