La Nuova Sardegna

Alghero

Parcheggi a Maria Pia, esposto contro l’esproprio

Parcheggi a Maria Pia, esposto contro l’esproprio

Secondo il proprietario dell’area la sentenza a favore del Comune non è ancora definitiva

03 agosto 2018
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ALGHERO. «La sentenza di primo grado non era esecutiva, nessuno poteva fare quello che mi è stato fatto». Se qualcuno pensa di parlare con uno sprovveduto, ha sbagliato indirizzo. Michele Soddu, allevatore, 48 anni, i suoi diritti li conosce a menadito. Questioni procedurali, in attesa che una sentenza d’appello gli dia eventualmente ragione nel merito. Ma non riesce proprio a digerire quello che gli è capitato una settimana fa, quando è andato nella sua campagna – quella che la sua famiglia da cinquant’anni cura, semina e coltiva, per poi raccoglierne i frutti – e si è trovato di fronte un parcheggio sterrato. Via la rete di recinzione lungo un lato di cinquanta metri. Seimila metri di terreno spianato, con uno scavo di una trentina di centimetri. E in mezzo al campo una piantagione spontanea di automobili: proprietà dei villeggianti cui il Comune di Alghero ha pensato, lungo tutta la fascia litoranea che costeggia la spiaggia di Maria Pia e i frequentatissimi stabilimenti della zona, di mettere a disposizione gratuitamente diverse aree di sosta. «La sentenza che accerta la proprietà del Comune di quel terreno sarà efficace solo dopo essere passata in giudicato e non è immediatamente esecutiva», attacca Michele Soddu nella denuncia querela presentata nei giorni scorsi al Comune di Alghero e alla Procura di Sassari, pronto a ingaggiare un’altra battaglia giudiziaria col supporto dell’avvocato Giuseppe Conti. C’è un altro aspetto procedurale che secondo lui è stato eluso nel momento in cui la sua campagna è diventata un parcheggio. «Non potevano rendere esecutiva una sentenza che non lo è, ma in ogni caso avrebbero dovuto eseguire quell’operazione nel rispetto della normativa – rincara l’allevatore – il Comune di Alghero avrebbe dovuto indicare il termine entro cui avrei dovuto lasciare il terreno, e decorso quel termine l’ufficiale giudiziario avrebbe potuto procedere». Invece niente, lui di quell’azione l’ha saputo solo perché è andato lì e ha visto con i suoi occhi. Ha chiamato i vigili urbani. «Lì ho scoperto con sorpresa che il Comune era rientrato in possesso del terreno», conclude Michele Soddu. Senza perdersi d’animo, quel giorno ha comprato altra rete e ha recintato di nuovo quella che considera la sua terra. «È così da cinquant’anni – conclude l’allevatore – perciò non intendo arrendermi e pretendo che si rispetti la legge». (g.m.s.)

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