La Nuova Sardegna

Alghero

L'inchiesta al Comune di Alghero: «Noi persone oneste non siamo corrotti»

Nadia Cossu
L'inchiesta al Comune di Alghero: «Noi persone oneste non siamo corrotti»

Parlano alcuni indagati. Una pensionata: vicenda kafkiana, non so di cosa parlino

27 settembre 2018
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ALGHERO. Era in fila, all’ufficio tecnico del Comune di Alghero «quando una persona mi ha suggerito il nome di un architetto che trattava spesso pratiche come la mia». D’altronde Costantino Achenza, sassarese di 73 anni, titolare di un agriturismo a Tanca Farrà, doveva semplicemente installare una tensostruttura nella sua azienda, niente di così complicato: «E invece mi sono ritrovato indagato per corruzione...» dice ancora incredulo nello studio del suo avvocato Giuseppe Conti.

Si difende così una delle otto persone finite nell’inchiesta per corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità che ha coinvolto l’ingegnere istruttore tecnico del Comune di Alghero Vincenzo Sanna, i due imprenditori edili Bachisio (Isio) Camboni e Antonio Camerada. E poi Costantino Achenza, Margherita Burla, Mario Pio Baldino, Mario Chessa e Salvatore Pinna. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura la gestione delle procedure amministrative delle pratiche di edilizia privata presentate nell’ufficio tecnico del Comune di Alghero. Il magistrato ipotizza in particolare che Sanna accelerasse l’iter per il rilascio di concessioni edilizie ai due costruttori dando loro massima priorità a discapito di altre pratiche che in alcuni casi erano precedenti. «E riceveva indebitamente in cambio – scrive il sostituto procuratore Cristina Carunchio – erogazioni continuative di altre utilità, consistite nella manodopera fornita, a titolo gratuito, per i lavori di ampliamento e ammodernamento della sua abitazione ad Alghero».

Non solo. Sanna avrebbe anche “indotto” alcuni pensionati e piccoli imprenditori a rivolgersi alla sua compagna – che fa l’architetto – per regolarizzare pratiche edilizie. E l’onorario sarebbe finito nelle sue tasche.

«Il nominativo dell’architetto non mi venne fatto dall’ingegnere Sanna che ho conosciuto solo in un secondo momento – spiega Achenza – Così come solo in un secondo momento sono venuto a sapere che tra i due c’era una relazione affettiva». L’avvocato Conti, a questo proposito, sottolinea che «è sufficiente leggere le conclusioni cui sono pervenuti gli investigatori del Noe quando scrivono che “per quanto riguarda le eventuali condotte penalmente rilevanti poste in essere dall’ingegnere Sanna Vincenzo, in concorso con Achenza Giuseppe Costantino (...) non avendo evidenza certa che il pubblico ufficiale abbia proposto ai predetti il nominativo della sua compagna come progettista veloce ed efficace (...)”. Non ci sono prove, quindi. La verità – aggiunge il legale – è che Achenza ha dato incarico al tecnico in assoluta buonafede per una pratica andata a buon fine in tempi ragionevoli, regolarmente retribuita e fatturata».

Si dice «sorpreso e dispiaciuto» anche un altro indagato, Mario Pio Baldino (difeso dall’avvocato Edoardo Morette): «Sono entrato in un’indagine che riguarda fatti che nemmeno conosco – dice Baldino – Ho semplicemente chiesto la proroga di una concessione edilizia che avevo già ottenuto fin dal 2012 e non ho ricevuto né favoritismi né accelerazioni per l’emissione di un provvedimento che, peraltro, riguarda opere che non ho mai realizzato».

L’avvocato Andrea Delias interviene invece sulla posizione della Burla: «Una donna – spiega – che ha fatto della rettitudine uno dei cardini di vita e che ritiene di essere stata coinvolta in una vicenda kafkiana della quale non sa nulla». Conclude l’avvocato Morette: «Sono certo che i miei assistiti (Baldino e Burla ndc) dimostreranno nel processo di non avere commesso alcunché di illegittimo e di essere persone oneste, così come onesta è sempre stata la loro vita».



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