La Nuova Sardegna

Alghero

I consulenti al pm: 49enne di Alghero ucciso da uno choc tossico

Nadia Cossu
I consulenti al pm: 49enne di Alghero ucciso da uno choc tossico

Eseguita l’autopsia sull’uomo morto dopo esser stato dimesso dall’ospedale. La Procura prosegue le indagini, due medici sotto inchiesta per omicidio colposo

04 ottobre 2018
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ALGHERO. Uno choc tossico dovuto a un anomalo ristagno di feci. Sarebbe questa la causa della morte del 49enne di Alghero che lo scorso 26 settembre si era accasciato nella cucina di casa poco dopo esser stato dimesso dall’ospedale Civile di Alghero. Dimesso per la seconda volta. Il giorno prima, infatti, era stato accompagnato al pronto soccorso da un’ambulanza e sembra che il medico lo avesse mandato a casa dopo aver visto la radiografia e avergli spiegato che quei dolori all’addome erano provocati dalla mancata evacuazione delle feci.

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Il malessere però era andato avanti per tutta la notte e la mattina successiva il padre del 49enne (che era affetto da un ritardo mentale) lo aveva riportato in ospedale. Al paziente – stando agli accertamenti finiti nel fascicolo del sostituto procuratore Paolo Piras – i medici avrebbero confermato la diagnosi del giorno precedente e lo avrebbero dimesso.

Una volta arrivato a casa si era seduto su una sedia mentre il padre gli preparava un tè, dopo qualche minuto l’anziano aveva trovato il figlio senza vita. Aveva chiamato l’ambulanza, i soccorritori avevano provato a rianimarlo ma il suo cuore si era fermato per sempre.

A quel punto il padre aveva deciso di andare dai carabinieri della stazione di Alghero per raccontare quello che era successo, voleva capire perché suo figlio era morto visto che era stato visitato poco prima in ospedale ed era stato dimesso. I militari, su ordine della magistratura hanno sequestrato la cartella clinica e consegnato il materiale raccolto al sostituto procuratore Paolo Piras che, per ricostruire con precisione quanto accaduto ha indagato il medico del pronto soccorso e un chirurgo cui era stata chiesta una consulenza e ha anche disposto che venisse eseguita l’autopsia sul corpo del 49enne. A fare l’esame necroscopico è stato il medico legale Francesco Lubinu che ieri mattina ha stabilito che la morte del paziente è stata causata da un accumulo di materiale fecale. La mancata espulsione avrebbe dunque determinato lo choc tossico.

Ora si tratta di capire se un approfondimento diagnostico avrebbe potuto evitare il decesso. Se ad esempio una Tac avrebbe potuto evidenziare la gravità della condizione clinica e magari convincere i medici a intervenire chirurgicamente. Tutto da stabilire e da accertare. Perché, come è ovvio in situazioni di questo tipo, anche i due indagati avranno da dire la loro sulla vicenda. Potrebbero chiedere di essere sentiti dal pm e fornire la loro versione dei fatti.

Intanto, come vuole la prassi, anche l’Ats Sardegna (l’Azienda per la tutela della salute) ha avviato un’indagine interna. Anche questo ulteriore approfondimento servirà a chiarire cosa è accaduto tra il 25 e il 26 settembre.
 

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