La Nuova Sardegna

Alghero

Il sindaco Bruno: "Alghero si prenderà cura dei due bambini di Michela"

Il corteo per le strade di Alghero: hanno sfilato in 3000 (foto francesca salaris)
Il corteo per le strade di Alghero: hanno sfilato in 3000 (foto francesca salaris)

Le parole del primo cittadino, di don Curcu e di Chiara Murru al termine della marcia in ricordo della donna vittima di femminicidio

25 dicembre 2018
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ALGHERO. Dopo un corteo silenzioso e composto, Alghero ritrova la parola proprio di fronte al portone del palazzo in cui abitava Michela Fiori. Qui si alternano gli interventi di chi, a nome della comunità, parla, chiede scusa, invita al coraggio e annuncia azioni a sostegno della famiglia. «La comunità si fa carico di questa tragedia». Così il sindaco Mario Bruno al termine del corteo in memoria di Michela Fiori. « Alghero si prenderà cura dei due bambini, sarà solidale in maniera concreta», ha aggiunto per annunciare imminenti iniziative attraverso cui gli algheresi potranno aiutare la famiglia a crescere i due figli di Michela Fiori, vittime anche loro del femminicidio di due sere fa.

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«Quella di oggi è una reazione spontanea, immediata, forte e doverosa – ha spiegato Bruno – da una città che dal punto di vista culturale dice no a ogni violenza». Don Giuseppe Curcu, vicario della diocesi di Alghero e Bosa e parroco del Santissimo Nome di Gesù, dove i due ragazzini frequentano il catechismo, chiede «che futuro stiamo costruendo per i nostri ragazzi» e spiega che «alle tragedie c’è poco da riparare, si può piangere coi familiari, stargli vicini e condividere il dolore, dire a chi soffre di avere coraggio, ma le parole hanno senso solo se di quel coraggio ci appropriamo per guardare al futuro».

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Chiara Murru, attrice e attivista dei diritti di genere, ha scritto a Michela Fiori per dirle che “in una società in cui spesso gli ultimi rimangono ultimi ti prendevi cura degli altri, ma noi non siamo stati in grado di prenderci cura di te, donna, madre lavoratrice e vittima di una guerra che non avresti dovuto combattere». Benedetto Amicuzzi, uomo di sport e di formazione giovanile, chiede scusa. «Noi uomini, così consapevoli dei nostri limiti, dobbiamo chiedere perdono a tutte le donne che hanno sempre sofferto in silenzio, perché il vero amore non è né fisico né romantico, ma è l’accettazione di tutto ciò che è, che è stato, che sarà e che non sarà». (g.m.s.)

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