La Nuova Sardegna

Alghero

Spaccio di droga, sei anni al gestore del Palladium

di Nadia Cossu
Spaccio di droga, sei anni al gestore del Palladium

Antonio Pagano condannato per le cessioni di sostanze stupefacenti nel night Non sarebbe invece responsabile della morte di un militare che assunse cocaina

14 dicembre 2019
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ALGHERO. Si è concluso con una condanna a sei anni e sei mesi di reclusione il processo a carico di Antonio Pagano, proprietario del locale notturno Palladium, accusato di spaccio di droga e del reato che il codice penale definisce “morte come conseguenza di altro delitto”. Da quest’ultimo capo di imputazione, però, Pagano (assistito dall’avvocato Luciano Sechi) è stato assolto così come aveva chiesto lo stesso pubblico ministero Angelo Beccu al termine della sua requisitoria. Sostenendo, in sintesi, che il decesso non fosse prevedibile in quanto la vittima godeva, almeno apparentemente, di ottima salute. La persona deceduta era un militare che avrebbe perso la vita dopo aver assunto droga in quel locale.

La morte del militare ha seguito, dal punto di vista giudiziario, un percorso differente rispetto all’inchiesta che nel 2016 aveva portato all’arresto di Pagano e di suo figlio per spaccio di droga. Durante le indagini i carabinieri avevano documentato le cessioni di sostanze stupefacenti nel locale e avevano anche sequestrato cocaina. Per quegli episodi all’imputato sono stati già inflitti sette anni con il rito abbreviato. Verdetto confermato dalla Cassazione. Con la sentenza emessa giovedì il giudice Mauro Pusceddu lo ha condannato per le cessioni residue di sostanze stupefacenti. In apertura del processo il difensore della famiglia della vittima ha ritirato la costituzione di parte civile.

In una delle ultime udienze un testimone, amico della vittima, aveva raccontato di quella serata passata assieme al militare, prima in ristorante e dopo in vari locali della città. Poi la decisione di fare la tappa finale in quel night concedendosi un’ultima trasgressione. Purtroppo pagata a carissimo prezzo da uno dei due, il militare quarantenne. Una notte di bagordi e di vizi pericolosi che ebbe un epilogo tragico. Nel 2016 non era passata inosservata la notizia del blitz dei carabinieri in quel locale molto conosciuto e frequentato dagli algheresi e da altri avventori provenienti da centri del circondario. In quell’occasione furono sequestrate quattordici dosi di cocaina già pronte per lo smercio. A insospettire gli investigatori era stato il viavai anomalo di persone che non frequentavano abitualmente il locale e che si intrattenevano al suo interno per un tempo molto limitato, contrariamente alle abitudini della clientela più fidelizzata. Seguendo il continuo andirivieni si era arrivati alla risposta più semplice e attorno ai polsi del titolare e di suo figlio (incensurato e mandato ai domiciliari) erano scattate le manette.

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