La Nuova Sardegna

Alghero

Morì per una caduta dai bastioni, in aula sentiti altri due testi

Morì per una caduta dai bastioni, in aula sentiti altri due testi

ALGHERO. Continua la sfilata di testi in tribunale nel processo per omicidio colposo che si sta celebrando davanti al giudice Mauro Pusceddu. Sette in tutto gli imputati per la morte di Domenico...

24 gennaio 2020
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ALGHERO. Continua la sfilata di testi in tribunale nel processo per omicidio colposo che si sta celebrando davanti al giudice Mauro Pusceddu. Sette in tutto gli imputati per la morte di Domenico Nurra, il pensionato di 71 anni precipitato dai bastioni dopo il cedimento di una balaustra. L’uomo era caduto sulle rocce da un’altezza di sei metri dopo essersi appoggiato a una ringhiera tra la Torre di Sulis e la Torre dei cani. Per quel fatto sono a processo dirigenti e amministratori della società partecipata: Guido Calzia (assistito dall’avvocato Edoardo Morette), Gian Marco Saba e Giovanni Spanedda (difesi da Nicola Satta), Antonio Maria Era (assistito da Sara Migliore), Luigi Altea (difeso dagli avvocati Sebastiano Chironi e Franco Luigi Satta), Gennaro Monte (assistito dall’avvocato Danilo Mattana) e Antonio Ferro (difeso da Antonello Pais).

L’avvocato Pais ieri ha citato altri due testi che hanno chiarito ancora una volta posizioni e ruoli nella pianta organica della società AlgheroInHouse (in particolare l’organigramma del 2009). Questo perché il consulente tecnico del pm Mario Leo stabilì che le barriere dei bastioni erano marce e aggiunse che probabilmente ci fu una scarsa manutenzione proprio da parte della AlgheroInHouse. Ma secondo la difesa ci furono delle falle investigative e i loro assistiti sarebbero finiti nell’inchiesta per errore. Il processo è stato aggiornato ad aprile. (na.co.)

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