La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, un anno per smascherare il finto agente segreto

Nadia Cossu
Alghero, un anno per smascherare il finto agente segreto

Sovrintendente penitenziario avrebbe truffato una donna innamorata di lui. I suoi colleghi hanno lavorato a lungo sottotraccia per scoprire l’inganno

26 gennaio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Un anno di indagini “silenziose” per smascherare quello che la Procura della Repubblica considera un truffatore. Una lunga attività svolta dai suoi stessi colleghi che ogni giorno hanno lavorato per trovare i riscontri necessari a ricostruire una vicenda i cui contorni saranno meglio chiariti all’esito del processo che si sta celebrando davanti al giudice Elena Meloni.

È in questo modo – gestendo con accuratezza ed estrema riservatezza tutta l’indagine – che gli uomini della polizia penitenziaria del carcere di Alghero, coordinati dal comandante Antonello Brancati, hanno messo assieme i tasselli del puzzle. E sono arrivati a capire che nella condotta del sovrintendente Massimo Zirottu c’era qualcosa che non andava.

Durante i mesi di accertamenti e verifiche si è così scoperto che quell’uomo avrebbe ingannato la donna con la quale aveva una relazione sentimentale raccontandole di essere un agente sotto copertura e facendosi dare dei soldi ogni volta che, a suo dire, doveva partire in missione all’estero.

Ma il castello di bugie a un certo punto è crollato. Perché la donna, per aiutarlo nell’anticipo spese dei viaggi (finti), era arrivata a “prestargli” più di cinquantamila euro. E si era trovata in difficoltà, ha chiesto aiuto e a quel punto sono partire le indagini.

La Procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dell’imputato con l’accusa di truffa aggravata. Ma non solo. Perché i controlli svolti dai suoi colleghi e dal comandante Brancati hanno consentito di accertare che l’uomo aveva anche realizzato un falso documento su carta intestata (male) della guardia di finanza di Nuoro che gli sarebbe servito per “tranquillizzare” in qualche modo la sua compagna.

In questa lettera, all’apparenza proveniente dal colonnello Antonello Urgeghe (che ha già deposto in aula nel processo) si attestava la conclusione di una pratica di sanatoria fiscale da parte di Zirattu e l’imminente disponibilità a suo favore di un’ingente somma di denaro. Una strategia che, nella sua ottica, forse serviva a incoraggiare la donna, a farla stare buona. In realtà in quel preciso momento stava commettendo un altro reato: il falso. E gli è stato contestato anche quello previsto dall’articolo 494 del codice penale, ossia la sostituzione di persona. Perché avrebbe inviato alla sua donna diverse mail che (falsamente) provenivano dall’indirizzo di posta elettronica di un dipendente di un istituto di credito di Nuoro. Tutti reati aggravati perché commessi «per eseguirne altri – scriveva il pubblico ministero – e in violazione dei doveri inerenti a una Pubblica funzione»

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative