A Fertilia l’omaggio alle vittime delle Foibe
ALGHERO. Un teso vento di libeccio e un cielo plumbeo hanno accompagnato ieri mattina la deposizione delle corone d’alloro a Fertilia davanti alla stele di San Marco e alla statua del Cristo delle...
11 febbraio 2020
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ALGHERO. Un teso vento di libeccio e un cielo plumbeo hanno accompagnato ieri mattina la deposizione delle corone d’alloro a Fertilia davanti alla stele di San Marco e alla statua del Cristo delle foibe in occasione della giornata del ricordo.
Una mattina uggiosa quasi a testimoniare lo stato d’animo sommesso degli anziani esuli giuliano-dalmati, ormai sardi da settant’anni, che ieri hanno ricordato i loro cari e in particolare i martiri delle foibe, ossia i tanti connazionali morti a causa di quella che è stata definita una “pulizia politica” a seguito del trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 e che diede seguito allo straordinario esodo dalle terre italiane dell’Istria, Fiume e della Dalmazia di oltre 350mila italiani. Alla messa in suffragio, celebrata nella chiesa di San Marco da don Filippo Dore, e alla processione, hanno preso parte autorità civili e militari. Erano presenti tra gli altri il presidente del consiglio regionale Michele Pais, i sindaci di Alghero e Sassari Mario Conoci e Nanni Campus e la sindaca di Uri Lucia Cirroni. Ma la giornata del ricordo 2020 si è caratterizzata qualche giorno prima, esattamente il 1 febbraio, da un evento di grande spessore e che ha avuto il rilievo nazionale ossia l’arrivo in città dell’esule giuliana Egea Haffner, la famosa bambina con la valigetta e l’ombrello, divenuta simbolo dell’esodo. Egea ormai quasi ottantenne ha battezzato la nascita di un ecomuseo alla memoria che verrà realizzato vicino al ponte romanico sul Calich, luogo da cui sbarcarono i primi esuli e che diverrà un altro luogo di ricordo e riflessione.
Sergio Ortu
Una mattina uggiosa quasi a testimoniare lo stato d’animo sommesso degli anziani esuli giuliano-dalmati, ormai sardi da settant’anni, che ieri hanno ricordato i loro cari e in particolare i martiri delle foibe, ossia i tanti connazionali morti a causa di quella che è stata definita una “pulizia politica” a seguito del trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 e che diede seguito allo straordinario esodo dalle terre italiane dell’Istria, Fiume e della Dalmazia di oltre 350mila italiani. Alla messa in suffragio, celebrata nella chiesa di San Marco da don Filippo Dore, e alla processione, hanno preso parte autorità civili e militari. Erano presenti tra gli altri il presidente del consiglio regionale Michele Pais, i sindaci di Alghero e Sassari Mario Conoci e Nanni Campus e la sindaca di Uri Lucia Cirroni. Ma la giornata del ricordo 2020 si è caratterizzata qualche giorno prima, esattamente il 1 febbraio, da un evento di grande spessore e che ha avuto il rilievo nazionale ossia l’arrivo in città dell’esule giuliana Egea Haffner, la famosa bambina con la valigetta e l’ombrello, divenuta simbolo dell’esodo. Egea ormai quasi ottantenne ha battezzato la nascita di un ecomuseo alla memoria che verrà realizzato vicino al ponte romanico sul Calich, luogo da cui sbarcarono i primi esuli e che diverrà un altro luogo di ricordo e riflessione.
Sergio Ortu