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Alghero

Nella chat segnalava i posti di blocco in strada: donna di Alghero assolta

Nadia Cossu
Nella chat segnalava i posti di blocco in strada: donna di Alghero assolta

L’imputata aveva creato un gruppo per informare gli amici, la polizia l'aveva denunciata per interruzione di pubblico servizio 

15 febbraio 2020
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ALGHERO. Aveva creato un gruppo su WhatsApp con l’intestazione “Aho pdb”, che stava per “Alghero posti di blocco”. Una chat nella quale, in questo caso specifico, si davano informazioni sulla presenza di pattuglie di controllo nella zona tra Alghero e Santa Maria La Palma. Questo succedeva ad aprile del 2016 quando rivelare questo tipo di attività di servizio delle forze dell’ordine era un reato. E infatti una 36enne di Alghero era stata denunciata dalla stessa polizia per “interruzione di pubblico servizio”.

Ma ieri mattina, al termine del processo davanti al giudice Sergio De Luca, l’imputata è stata assolta. Bisognerà attendere le motivazioni ma il giudice potrebbe aver condiviso e accolto la tesi dell’avvocato difensore Danilo Mattana il quale durante la discussione aveva insistito sul fatto che, dato il numero esiguo di partecipanti alla chat, non avrebbe potuto realizzarsi l’interruzione di un servizio pubblico. Circostanza, oltretutto, difficile da provare. Lo stesso pubblico ministero Cristiano Idini aveva chiesto che l’imputata venisse scagionata.

Ma è curioso anche il modo in cui la polizia aveva scoperto l’esistenza della chat “Aho pdb”. E cioè mentre erano in corso delle indagini su una persona – un conoscente dell’imputata – che faceva parte di quello stesso gruppo WhatsApp. E così era scattata la denuncia e la contestazione del reato previsto dall’articolo 340 del codice penale, «perché – scriveva il pubblico ministero – creando nel sistema di messaggistica istantanea WhatsApp una chat contenente segnalazioni su posti di blocco delle forze dell’ordine, turbava la regolarità di un servizio di pubblica utilità».

L’avvocato Mattana ha anche fatto riferimento, nella sua tesi difensiva, a una recente decisione del giudice per le indagini preliminari di Genova Luisa Avanzino. La gip lo scorso gennaio ha archiviato l’inchiesta che vedeva indagati 49 ragazzi. Erano accusati di aver messo in piedi una maxi chat a cui partecipavano oltre un centinaio di persone. Lo scopo, anche in quel caso, era quello di segnalare posti di blocco per evitare di incappare in multe e sospensioni della patente se si fosse bevuto un po’ troppo durante la serata. Le segnalazioni, in alcuni casi, erano accompagnate da epiteti e insulti. Secondo il gip, però, la creazione del gruppo non avrebbe «comportato alcuna alterazione del servizio che è sempre stato svolto regolarmente, considerato il numero di utenti della strada e il numero comunque limitato dei partecipanti alla chat». Tutto archiviato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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