La Nuova Sardegna

Alghero

«Su Maria Pia qualcuno ha la memoria corta»

«Su Maria Pia qualcuno ha la memoria corta»

L’ex sindaco Bruno contesta le rivendicazioni di Forza Italia: «Causa portata avanti dalla mia giunta»

23 aprile 2020
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ALGHERO. I quaranta ettari di terreno e il vecchio fabbricato in località Maria Pia tornati nelle mani del Comune dopo una lunga battaglia legale scatenano la bagarre politica.

La decisione della Corte d’Appello di Sassari che qualche giorno fa ha confermato quanto già stabilito nel 2017 dal tribunale sul rilascio del terreno e del fabbricato da parte di chi lo aveva occupato per anni, hanno dato vita a uno scontro a distanza sulla paternità della vittoria. «Le rivendicazioni di Forza Italia, sull’iniziativa che ha portato alla sentenza con la quale gli algheresi sono rientrati in possesso di 40 ettari di Maria Pia - spiega l’ex sindaco Mario Bruno – mi spingono a spiegare alcune cose. Al mio arrivo in Comune nel 2014 ho trovato tante cause aperte nel dossier Maria Pia e molte pratiche incagliate – prosegue l’esponente dell’opposizione – tant’è che abbiamo convocato tutti i legali incaricati, ne abbiamo cambiato diversi, compreso il coordinatore continentale nominato da Tedde che mai - a detta degli intervenuti alla riunione - aveva riunito i colleghi. Abbiamo intensificato l’azione – si legge ancora nella nota di Bruno – sono state attivate tutte le azioni amministrative e legali utili in tutte le sedi possibili, rafforzate le attenzioni degli uffici, coordinata l’azione degli avvocati incaricati, avviata perfino una procedura di annullamento di errori cartografici del passato. Mi chiedo se tale attività, anche da parte delle forze politiche che hanno avuto responsabilità amministrative e di governo, sia stata svolta in passato con la stessa determinazione, posto che sembra che qualcuna di queste forze si sia svegliata solo ora».

I giudici di secondo grado hanno stabilito che l’amministrazione comunale era sempre stata proprietaria del terreno in forza del trasferimento effettuato dall’Etfas, l’ente per la trasformazione fondiaria, con atto pubblico del 4 luglio 1970, che prevedeva anche il subingresso dell’acquirente nei contratti con i concessionari dei fondi. «Un contenzioso lungo, quello agli onori della cronaca – prosegue Mario Bruno – con una fase stragiudiziale e un processo già vinto in sede di tribunale ordinario nel 2017 dal Comune di Alghero, con l’avvocato Stefania Sanna, algherese, a cui vanno i miei complimenti, e con sentenza confermata ora in appello. Abbiamo salvato un’altra importante parte del nostro territorio – conclude l’ex sindaco – restituito finalmente alla collettività algherese che spero ne abbia cura. Con buona pace di Forza Italia».



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