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Alghero

Area marina protetta, attivati due progetti per raccogliere i rifiuti

Area marina protetta, attivati due progetti per raccogliere i rifiuti

ALGHERO. I rifiuti in mare sono un gravissimo problema per l’ambiente e per la pesca, in tutto il Mediterraneo, un problema che l’Area marina protetta Capo Caccia-isola Piana e l’amministrazione...

09 giugno 2020
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ALGHERO. I rifiuti in mare sono un gravissimo problema per l’ambiente e per la pesca, in tutto il Mediterraneo, un problema che l’Area marina protetta Capo Caccia-isola Piana e l’amministrazione comunale stanno affrontando con due distinti progetti: il primo “A pesca del rifiuto”, finanziato dal Fondo europeo per la pesca e gli affari marittimi, il secondo finanziato dalla Regione per il recupero dei rifiuti lungo le coste.

Ieri si è celebrata la giornata mondiale degli oceani ed è stata l’occasione per presentare alcuni dettagli di questi due progetti che stanno portando già interessanti risultati. Le attività di “A pesca del rifiuto” prevedono la mappatura e la raccolta dei rifiuti presenti sui fondali dell’area marina. Nello svolgimento di queste attività, fondamentale è la collaborazione dei pescatori locali, che sono impegnati nelle segnalazioni dei rifiuti e coinvolti nelle operazioni di recupero. «Nello svolgimento delle nostre funzioni istituzionali – spiega Raimondo Tilloca, presidente dell’Azienda speciale Parco di Porto Conte che gestisce anche l’Area marina protetta di Capo Caccia – siamo da sempre impegnati nella tutela dell’ambiente e con il progetto “A pesca del rifiuto” stiamo anche perseguendo obiettivi sociali ed economici: grazie al coinvolgimento attivo dei pescatori gli stessi ricevono un sostegno al reddito, e inoltre stiamo migliorando l’attrattività dei nostri fondali, così preziosi per il turismo subacqueo e nautico».

Anche l’azione dell’amministrazione comunale sta dando importanti risultati: «L’inquinamento dei mari è un tema che va affrontato con la dovuta determinazione- spiega l’assessore comunale all’ambiente Andrea Montis –. Grazie alla collaborazione con l’Area marina protetta, stiamo intervenendo anche sugli attrezzi da pesca abbandonati che rappresentano una delle principali minacce per i fondali e la biodiversità». «A poco più di un mese dall’avvio del progetto – conclude Mariano Mariani, direttore della Area marina protetta – sono già state raccolte 150 nasse abbandonate sul fondale, 300 metri di lenze, 100 kg di cime, tantissime boe e altri contenitori di plastica».

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