la richiesta
«Fateci riaprire il nostro chiosco»
La rivendita delle Grattachecche in piazza Sulis ha chiuso nel 2003
07 luglio 2020
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ALGHERO. Per quasi dieci anni era stato una colonna portante della movida estiva algherese, che faceva tappa in piazza Sulis prima che l’onda lunga dei giovani si spostasse verso le discoteche. Ora quel tipo di movida non esiste più, non solo per colpa del covid, ma i titolari del chiosco delle grattachecche, le caratteristiche granite grattate con una speciale grattugia e insaporite con la frutta fresca, non hanno perso la speranza di riaprire.
Anche perché Lorena Vacca e suo marito Maurizio, titolari dell’attività, avevano dovuto interromperla per problemi amministrativi e non certo per propria scelta.
Da piazza Sulis infatti il Comune li aveva trasferiti, insieme alle bancarelle del Lungomare Dante, ai Giardini di via Vittorio Emanuele ma quel trasferimento era rimasto sulla carta. Infatti tutta una serie di problemi burocratici (compreso un passaggio all’Ufficio tutela del paesaggio perché davanti a una statua il chiosco non poteva stare) hanno reso impossibile lo spostamento fisico.
Così i titolari, pur risiedendo ad Alghero con i due figli, hanno dovuto spostare addirittura a Roma l’attività. A diciassette anni di distanza dall’ultima estate algherese hanno chiesto adesso un’interlocuzione con la nuova amministrazione, anche perché i problemi dovrebbero essere risolti e tutte le autorizzazioni, comprese quelle sanitarie, sono arrivate.
Anche perché Lorena Vacca e suo marito Maurizio, titolari dell’attività, avevano dovuto interromperla per problemi amministrativi e non certo per propria scelta.
Da piazza Sulis infatti il Comune li aveva trasferiti, insieme alle bancarelle del Lungomare Dante, ai Giardini di via Vittorio Emanuele ma quel trasferimento era rimasto sulla carta. Infatti tutta una serie di problemi burocratici (compreso un passaggio all’Ufficio tutela del paesaggio perché davanti a una statua il chiosco non poteva stare) hanno reso impossibile lo spostamento fisico.
Così i titolari, pur risiedendo ad Alghero con i due figli, hanno dovuto spostare addirittura a Roma l’attività. A diciassette anni di distanza dall’ultima estate algherese hanno chiesto adesso un’interlocuzione con la nuova amministrazione, anche perché i problemi dovrebbero essere risolti e tutte le autorizzazioni, comprese quelle sanitarie, sono arrivate.