«Se esci di casa ti ammazzo», ex marito di Alghero a giudizio per lesioni
di Nadia Cossu
Tante minacce per una donna algherese
25 luglio 2020
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ALGHERO. «Prova a uscire di casa e vedrai... ti ammazzo a te e a chi ti sta intorno». Era solo una delle tante minacce che una donna algherese era stata costretta a subire dall’ex marito. Poi c’erano le violenze fisiche e psicologiche. «Sei una putt... tu sei mia moglie e devi stare zitta quando ti dico di stare zitta». Le accuse nei confronti di un imputato di origine marocchina (le generalità non vengono rese note per tutelare la figlia minore della coppia) sono scritte nero su bianco nella citazione a giudizio: lesioni aggravate, maltrattamenti, rapina. Ieri l’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Sasso e detenuto nel carcere di Alghero dove sta finendo di scontare una condanna per un omicidio, si è sottoposto a esame davanti al giudice Elena Meloni.
Con quella donna (parte civile con l’avvocato Danilo Mattana, ieri sostituito in aula dalla collega Valeria Testoni) l’imputato marocchino si era sposato a ottobre dello scorso anno, mentre era in regime di semilibertà. Subito dopo ci sono stati i presunti episodi di violenza. L’uomo è accusato di «aver sottomesso la ex moglie impedendole di uscire di casa da sola o di proferire parola in presenza di altri uomini. Pretendeva insistentemente la consegna di denaro e altro, la aggrediva e la percuoteva, danneggiando arredi e suppellettili ed imponeva così alla persona offesa un clima di costante sopraffazione tale da rendere invivibile la convivenza con lo stesso». In due occasioni si sarebbe anche impossessato di 450 euro sottraendoli alla moglie incinta, «dopo averla schiaffeggiata, spintonata e colpita con calci» provocandole, alla 34esima settimana di gravidanza, numerose lesioni. «Quel giorno litigammo, le chiedevo di parlare ma lei si rifiutava – ha detto ieri l’uomo – Prima del matrimonio non avevamo mai avuto problemi». La situazione degenerò un giorno di novembre.
Il giudice Meloni ha rinviato all’11 settembre per la discussione di pm e avvocati.
Con quella donna (parte civile con l’avvocato Danilo Mattana, ieri sostituito in aula dalla collega Valeria Testoni) l’imputato marocchino si era sposato a ottobre dello scorso anno, mentre era in regime di semilibertà. Subito dopo ci sono stati i presunti episodi di violenza. L’uomo è accusato di «aver sottomesso la ex moglie impedendole di uscire di casa da sola o di proferire parola in presenza di altri uomini. Pretendeva insistentemente la consegna di denaro e altro, la aggrediva e la percuoteva, danneggiando arredi e suppellettili ed imponeva così alla persona offesa un clima di costante sopraffazione tale da rendere invivibile la convivenza con lo stesso». In due occasioni si sarebbe anche impossessato di 450 euro sottraendoli alla moglie incinta, «dopo averla schiaffeggiata, spintonata e colpita con calci» provocandole, alla 34esima settimana di gravidanza, numerose lesioni. «Quel giorno litigammo, le chiedevo di parlare ma lei si rifiutava – ha detto ieri l’uomo – Prima del matrimonio non avevamo mai avuto problemi». La situazione degenerò un giorno di novembre.
Il giudice Meloni ha rinviato all’11 settembre per la discussione di pm e avvocati.