La Nuova Sardegna

Alghero

«Stiamo uniti per salvare la sanità pubblica in città»

di Nicola Nieddu
«Stiamo uniti per salvare la sanità pubblica in città»

Affollato incontro tra politici, associazioni e cittadini nella sala del Polisoccorso Nel mirino le criticità del sistema: dalle liste d’attesa a Terapia intensiva chiusa

11 ottobre 2020
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ALGHERO. La sanità pubblica è malata da tempo e quella algherese in modo particolare ha carenze, alcune gravi, che vanno risolte una volta per tutte con una battaglia unitaria oltre i colori politici. Ieri mattina, nella sala del Polisoccorso, alla conferenza stampa indetta dai gruppi consiliari di centrosinistra, non c’erano solo politici, ma diversi cittadini e associazioni come il Labirinto che si occupa di salute mentale, la Rete delle Donne, il Comitato Salviamo l’Ospedale Marino. Tenere alta l'attenzione sulla sanità per trovare le giuste soluzioni, questo l’obiettivo di un incontro che, al netto di stilettate politiche, è stato un momento di denuncia delle numerose criticità, ma anche di confronto. Tutta una serie di problemi, alcuni atavici a dir la verità, che in questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19 sono emersi in maniera drammatica come la denuncia fatta da Lisetta Boglioli, dell'Associazione Il Labirinto, sulla chiusura del Centro diurno di Salute mentale, definendo la situazione «vergognosa, con pazienti e famiglie che da mesi non hanno risposta».

Ma le risposte mancano su più fronti, come hanno detto Mario Bruno, Gabriella Esposito, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras, Pietro Sartore e Valdo Di Nolfo: personale sottodimensionato, sale operatorie ancora chiuse, idem la terapia intensiva annunciata da mesi, visite specialistiche rinviate. Citando uno speciale di qualche giorno fa della Nuova Sardegna dedicato al problema delle liste d’attesa con 1,2 milioni di visite rinviate in Sardegna dalla sanità pubblica, Mario Bruno, contrario alla privatizzazione della sanità, ha parlato di mal funzionamento del sistema elencando una serie di proposte: investire sulla sanità pubblica, assunzione di specialisti, anche a tempo, assunzione di infermieri e ausiliari, aumento delle ore retribuite in straordinario del personale in organico, convenzioni con strutture private che garantiscano, con la spesa pubblica, accesso gratuito, potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata, istituzione dell'infermiere di famiglia, di comunità e scolastico.

Tra i cittadini, diversi gli appelli, alcuni davvero disperati, come una signora che per una mammografia dovrà attendere oltre un anno, oppure un signore di mezza età che per una Tac dovrà aspettare diversi mesi. Secondo i dati raccolti pare che, in questo periodo, uno specialista visiti il 40% in meno dei pazienti rispetto al periodo pre Covid. Una soluzione per saltare le lunghe liste d'attesa ? Andare da un privato. Insomma chi è ricco può curarsi subito, gli altri aspettino il loro turno. «Inaccettabile», ha detto Giovanni Spano, rappresentante del Comitato Salviamo l’Ospedale Marino».

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