La Nuova Sardegna

Alghero

Impianto ostriche, ricorso al Tar di balneari e imprenditori

Impianto ostriche, ricorso al Tar di balneari e imprenditori

ALGHERO . Ricorso al Tar contro l’impianto di ostriche. A presentarlo è l'associazione Impre.m.a. composta da balneari e imprenditori turistici che chiedono l'annullamento dell'ordinanza dell'ufficio...

08 novembre 2020
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ALGHERO . Ricorso al Tar contro l’impianto di ostriche. A presentarlo è l'associazione Impre.m.a. composta da balneari e imprenditori turistici che chiedono l'annullamento dell'ordinanza dell'ufficio circondariale marittimo di Alghero, dello scorso 17 agosto, dove viene interdetta l'area concessa dalla Regione con una determina del novembre 2019. Stando all'ordinanza, nell'area non si potrà navigare, ancorare, sostare, praticare la balneazione, attività di immersione e pesca di qualunque natura.

Il ricorso al Tar di Impre.m.a. arriva dopo tutta una serie di proteste da parte di associazioni ambientaliste, diportisti e sportivi . Tutti chiedono lo spostamento perché «un impianto di ostriche in quella specifica area è un impatto ambientale sgradevole che una città turistica come Alghero deve rifiutare». Sulla questione c'era stato anche un intervento di Roberto Barbieri, naturalista marino nonché membro del comitato scientifico di Legambiente Sardegna, il quale aveva suggerito che «questi piccoli impianti di allevamento di bivalvi sono ecosostenibili e svolgono un importante ruolo di filtraggio delle acque e di fissaggio dei sali carbonatici disciolti. Il problema sta solo nella scelta del sito più opportuno. Tali impianti, anche piccoli, non possono insistere sulle delicate praterie di posidonia. E questo è il motivo per cui consideriamo sempre necessario, prima del rilascio di una concessione a mare, uno studio di impatto ambientale con una visione multidisciplinare dell'area. Se proprio non fosse accettato dagli enti competenti un trasferimento dell'impianto in un sito più idoneo, Legambiente Alghero - ha precisato Barbieri - si rende disponibile a concordare con il gestore dell'impianto che si utilizzino tutti gli strumenti necessari per minimizzare gli impatti e che un'area importante della concessione, in direzione dell'isolotto della Maddalenetta, non venga utilizzata per l'allevamento, ma che diventi un'oasi marina protetta». (n.ni.)



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