La Nuova Sardegna

Alghero

Perseguita l’ex e la moglie condannata per stalking

di Luca Fiori
Perseguita l’ex e la moglie condannata per stalking

La 48enne era arrivata a minacciare l’uomo con coltello e cacciavite sotto casa Dopo le molestie telefoniche la donna aveva anche danneggiato una macchina

12 maggio 2021
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ALGHERO. La fine della relazione clandestina era stata vissuta da una parte come una liberazione, dall’altra con uno spirito di vendetta. Per un barista algherese di 45 anni mettere fine a un rapporto extraconiugale con una donna di tre anni più grande, anche lei di Alghero, era coinciso con l’inizio di un incubo - durato un paio d’anni - che aveva condizionato la sua vita e quella della sua famiglia.

Per niente disposta a farsi da parte, la donna aveva iniziato a rendere impossibile la vita dell’uomo, quella di sua moglie e di sua figlia di soli 12 anni. Tempestando l’ex amante prima di telefonate e messaggi anche nel cuore della notte, per arrivare alle minacce di morte, ai danneggiamenti dell’auto, per concludere infine con l’infamante accusa - rivelatasi infondata - che il 45enne fosse uno spacciatore.

Ieri mattina, proprio a causa di quest’ultimo grave episodio la donna, difesa dall’avvocato Nicola Ribichesu, è stata condannata a due anni e sei mesi di reclusione dal giudice Mauro Pusceddu del tribunale di Sassari. A novembre del 2014 davanti ai carabinieri della compagnia di Alghero la 48enne aveva accusato il barista algherese di smerciare cocaina e di nascondere un etto di droga in un magazzino adiacente al bar.

La verifica da parte dei carabinieri non aveva portato ad alcun rinvenimento di sostanza stupefacente e per la donna si era allungata la già corposa serie di accuse.

Già dall’agosto del 2012, quando l’uomo aveva messo fine alla relazione, la 48enne aveva iniziato a tempestare l’ex amante di messaggi e di telefonate dai toni sempre più minacciosi. In un’occasione, secondo quanto avevano accertato i carabinieri, si era recata sotto casa del 45enne con un coltello e un cacciavite e, dopo aver danneggiato l’auto dell’uomo, aveva invitato la moglie a scendere in strada per assistere all’omicidio del marito.

La 48enne, secondo le accuse, era arrivata addirittura a pedinare la figlia 12enne dell’ex amante e a indirizzare alla ragazzina pesanti insulti e minacce. «Campi poco o campa poco tua figlia» aveva scritto la donna in uno dei tanti messaggi indirizzati al barista. E ancora «faccio tanto del male a tua figlia e poi a te - si legge ancora nel capo d’imputazione - che non ti basterà il resto della vita». L’uomo esasperato e preoccupato per l’incolumità della sua famiglia aveva presentato due denunce. Per alcuni fatti, quelli più lontani nel tempo, è intervenuta la prescrizione, ma per quelli più recenti, compresa la calunnia, la donna non ha potuto evitare la condanna.

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