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Alghero, la Cgil davanti a Nobento: «L’azienda dica la verità»

di Dario Budroni
Alghero San Marco Cgil davanti alla sede Nobento
Alghero San Marco Cgil davanti alla sede Nobento

Il presidio dopo la richiesta della cassa integrazione. «Rilancio? I documenti parlano di una crisi. Serve chiarezza»

12 settembre 2023
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Alghero Le bandiere rosse sventolano sotto le grandi insegne dell’industria di serramenti. Per la prima volta la Cgil si presenta davanti ai cancelli di Nobento con tutto il suo carico fatto di richieste, domande, rabbia e preoccupazione. Dopo lunghe settimane ad altissima tensione, il sindacato mette in piedi un presidio che per tre ore manda chiari messaggi al vertice dell’azienda. Sul bordo di una strada della zona industriale di San Marco ci sono dirigenti e militanti anche di altri territori. Poco prima dell’ora di pranzo si uniscono anche una decina di lavoratori. E c’è anche Piero Canu, il delegato Fiom Rsu che secondo la Cgil è stato licenziato come «ritorsione» per la sua attività sindacale nello stabilimento algherese. Si chiede dunque il suo immediato reintegro, poi si mettono in fila tutti gli altri punti ormai noti: conoscere le reali ragioni della richiesta di cassa integrazione per circa 300 lavoratori, chiarezza sulla situazione aziendale e, tra le altre cose, il ripristino delle corrette relazioni tra impresa e sindacato. Per la Cgil, infatti, la realtà sarebbe ben diversa da quella raccontata dalla Nobento e in particolare dal suo patron, Andrea Alessandrini. «Le ragioni che conducono alla richiesta di cassa integrazione non sono chiare – dice Massimiliano Muretti, segretario generale della Cgil di Sassari –. Si parla di una cassa legata a una ristrutturazione aziendale, ma in realtà il documento di Nobento evidenzia una situazione di crisi». Fare chiarezza La Cgil manifesta dopo che, quasi un mese e mezzo fa, l’azienda ha avanzato una richiesta, in attesa di essere esaminata dal ministero del Lavoro, di cassa integrazione straordinaria all’80 per cento per 24 mesi. Una mossa che, secondo quanto poi spiegato da Nobento, è stata pianificata per far diventare l’azienda «ancora più competitiva sul mercato attraverso un nuovo piano di riorganizzazione resosi necessario per affrontare le nuove sfide». E questo tramite un «ulteriore investimento di fondi privati di 20 milioni di euro» per l’installazione di nuove tecnologie produttive. La Cgil, unico sindacato presente con una manciata di iscritti e che ritiene di essere pesantemente «osteggiato», però non ci crede. Ieri Massimiliano Muretti ha anche diffuso un lungo documento. Si intitola «Facciamo chiarezza» e punta a ricostruire ciò che è accaduto nelle ultime settimane. «Il dottor Alessandrini continua a dire che va tutto bene – dice il segretario della Cgil di Sassari –. Al ministero ha invece inviato una relazione nella quale è chiaro che ci siano problemi di carattere economico, problemi sugli ordinativi, sugli investimenti, sulla qualità dei prodotti, nel rapporto con i fornitori. L’amministratore ritiene che sarebbe una cattiva pubblicità dire che l’azienda è in crisi. E quindi, invece di affermare la verità e dire che esistono problemi economici sostanzialmente legati alla bolla del 110 per cento, dice che è necessario fare una ristrutturazione aziendale, sostituendo i macchinari e mandando in cassa integrazione 282 lavoratori. Ma la verità è un’altra. E cioè che qui ci sono dei problemi. Noi siamo disposti ad affrontarli, ma non c’è la volontà di confrontarsi con il sindacato». E poi ancora: «I lavoratori hanno paura. Chi si iscrive al sindacato viene puntato». Infine un invito al territorio, accusato di voltarsi un po’ dall’altra parte: «Può scegliere se credere alle parole dell’amministratore o se credere a ciò che dicono i documenti». Cercasi confronto Gavino Doppiu, segretario territoriale Fiom Cgil, attacca: «Ai lavoratori non è permesso di dire come la pensano. Chi si iscrive al sindacato viene inserito nella black list, un rappresentante è stato licenziato». Sulla stessa linea Roberto Forresu, segretario regionale Fiom: «Noi non scegliamo i datori di lavoro, ma discutiamo e ci confrontiamo con quelli che ci sono. Lo stesso ci aspettiamo che facciano loro. Quando viene licenziato un delegato, a rischio ci sono tutti gli altri lavoratori. Noi continueremo a vigilare e solleciteremo tutte le istituzioni». Francesca Nurra, della segreteria regionale della Cgil, aggiunge: «Chiediamo l’immediato reintegro di Piero e che vengano ripristinate le normali relazioni sindacali».

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