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Alghero

Il concorso

Tundu, Coccoi e carasau: premiati i pani di Sardegna – ecco quali sono

Tundu, Coccoi e carasau: premiati i pani di Sardegna – ecco quali sono

La prima edizione ha celebrato il pane come espressione di identità, tradizione e innovazione scientifica

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Alghero Tundu, Coccoi, Cola cola e carasau: pani tipici di ogni genere, purché a lievito madre. E ad Alghero nel week-end è stato una festa per gli occhi e il palato. La prima edizione di “Pani di Sardegna” ha fatto registrare un gran numero di presenze per le numerose attività, mostre, laboratori manuali e sensoriali, degustazioni, premiazioni, per celebrare il pane come espressione di identità, tradizione e innovazione scientifica.

La manifestazione ha mostrato tutto il potenziale del patrimonio agroalimentare sardo quale attrattore turistico per una possibile destagionalizzazione e la valorizzazione del territorio. 

Il Concorso per il Miglior pane di Sardegna della Sezione “Mensa” è stato vinto dal Tundu di Ploaghe del panificatore Antonio Me. È la versione logudorese del Civraxiu, che ha entusiasmato la giuria presieduta da Manolo Albano per le sue caratteristiche di consistente morbidezza, la giusta lavorazione del lievito madre e l’utilizzo di un’ottima semola di grano duro. Secondo e terzo posto sono andati al Panificio Porta di Gonnosfanadiga, rispettivamente per gli ottimi Civraxiu e il Coccoi.

Per la sezione “Pani Rituali” il primo posto è di Ester Orro di Tramatza con “Sa canoedda de sos isposos”, la coroncina degli sposi; secondo e terzo posto vanno a Manuela Secchi di Bortigali con “Sa Cogone de Santu Marcu” e una versione votiva da processione del “Pane degli sposi”.

L’iniziativa ha preso il via venerdì con i laboratori di panificazione per bambini all’Oratorio di Santa Maria La Palma, per proseguire a Lo Quarter – Alghero Hall, dove sono state allestite due irripetibili mostre sui pani da mensa e rituali. Per la prima volta un evento dedicato ai pani tradizionali ha illustrato al pubblico i dettagli dell’analisi scientifica: gli esperti di Porto Conte Ricerche e dell’Università di Sassari hanno mostrato l’ingrandimento dei vari ceppi microbici selezionati in laboratorio, e la eterogeneità dei microrganismi che compongono il lievito madre. Un curioso saggio delle attività svolte per migliorare le produzioni nelle aziende.

Altri riconoscimenti sono andati ad Anna Maria Lauro per la lunga attività di riscoperta, di valorizzazione dei pani rituali e nondimeno per l’originalità delle sue creazioni; quindi a Marisa Iamundo De Cumis per la ricerca regionale e le pubblicazioni sui pani rituali.

«La tradizione dei pani di Sardegna è una tra le più importanti al mondo, ma resta quasi nascosta e relegata ai piccoli centri – ha affermato Antonio Farris –. Occuparsi di pane significa fare cultura, quella di un pane buono, ottenuto dagli sfarinati di grani sardi con lievito madre e prodotto in Sardegna. In questo modo riusciamo a raccogliere tutta l’esperienza che è insita nella nostra cultura. Una cultura millenaria. Ed è giusto valorizzarla per valorizzare i nostri territori. Auspichiamo che da quest’esperienza possa nascere un Museo del pane nella città di Alghero».

L’iniziativa è organizzata dall'associazione culturale Accademia Sarda del Lievito Madre APS-ETS con il sostegno e il patrocinio del Comune di Alghero, della Fondazione Alghero, e annovera la collaborazione del Distretto rurale di Alghero Olmedo, Porto Conte Ricerche, Parco Regionale di Porto Conte, e di un importante numero di partner del settore ricettivo turistico.

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