La Nuova Sardegna

Cagliari

Porto Canale, il Cacip impugna la sentenza del Tar

di Alessandra Sallemi
Porto Canale, il Cacip impugna la sentenza del Tar

Ricorso al Consiglio di Stato mentre si apre il dibattito sulla zona franca: «Estesa a tutto lo scalo non serve»

28 marzo 2012
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CAGLIARI. Deciso: sulle aree del porto canale la battaglia continua. Dieci giorni fa il commissario straordinario del Cacip, Natale Ditel, ha deciso di impugnare la sentenza del Tar che ha dato ragione alla Capitaneria di porto sulla delimitazione fatta il 24 giugno 2010 nelle ultime aree del porto canale. «Ci inchiniamo davanti alla sentenza – spiega Ditel – ma riteniamo di avere delle ragioni da portare al Consiglio di Stato. La vicenda è più complessa di quel che appare, si è parlato di aree demaniali sin dall’origine quando invece il Casic, ora Cacip, ha espropriato terreni che erano privati già da oltre 120 anni...». Per difendere le ragioni del consorzio industriale Ditel ha deciso di schierare l’amministrativista romano Angelo Clarizia, poi Massimo Ranieri anch’egli di Roma e il penalista cagliaritano Guido Manca Bitti.

Non sorprende la decisione del Cacip, che negli anni ha difeso a ogni costo la titolarità di quelle aree e che avrebbe molto da perdere se anche il Consiglio di Stato trovasse fondate le argomentazioni del Tribunale amministrativo regionale il quale, in estrema sintesi, ha stabilito varie cose fra cui una: il Cacip-Casic agiva con delega della Cassa per il Mezzogiorno, ha espropriato i terreni e costruito le opere sempre in nome e per conto della Casmez, una volta finiti e collaudati i lavori, tutti i terreni dovevano tornare al proprietario, lo Stato, quindi il demanio e, dato che si tratta di un porto, all’autorità portuale.

Il Cacip rischia parecchio tra l’altro perché, per legge, chi detiene senza titolo un immobile dello Stato, deve corrispondere un corrispettivo del canone al 200 per cento. Giusto per capire la forza della legge: l’autorità portuale ha il cosiddetto potere di ingiunzione e difatti in alcuni terreni del porto canale lo ha già fatto valere chiedendo gli indennizzi a chi si è allargato oltre i propri confini. Il ricorso ovviamente sospende una tale possibilità e quindi mette al riparo il Cacip da una situazione del genere.

Ma il tema delle aree del porto canale, in tutto 400 ettari a ridosso del terminal container gestito dalla società concessionaria Cict, in questi giorni tiene banco su un fronte diverso ma non meno impegnativo: la zona franca.

Le associazioni di categoria di imprenditori e di commercianti lo dicono a voce sempre più alta: non si possono trasformare tutti i terreni attorno al porto canale in una zona dove si lavora in esenzione dal regime doganale italiano ed europeo perché questo taglia fuori da grandi opportunità di impresa e di commercio chi non è interessato a lavorare a Cagliari materie prime che vengono da paesi extracomunitari e che, una volta trasformate, sono destinati a paesi anche questi fuori dall’Europa. In altre parole: la maggior parte degli imprenditori sardi non ha una sola ragione per favorire una zona franca estesa sul porto di Cagliari.

Il presidente dell’autorità portuale, Piergiorgio Massidda, è in sintonia con questa valutazione: «La zona franca certo non si può estendere a tutte le aree del porto canale. Per capire cosa è meglio fare per Cagliari e per la Sardegna mi sto adoperando per sfruttare le esperienze fatte all’estero». Barcellona resta un punto di riferimento e in quel porto si arriva ad avere capannoni enormi di uno stesso proprietario ma divisi in due per il regime doganale adottato.

Infine, una questione delicata: la società Free Zone nata per gestire la zona franca non sembra avere grandi ragioni di esistere. Il decreto del 2001 che rende possibile l’esenzione doganale nel porto di Cagliari conferma le competenze dell’autorità portuale sulle concessioni. Insomma,al momento l’unica utilità sembra quella di tenere aperta una porta per il Cacip mentre infuria il contenzioso proprio su alcune di quelle aree. Il tema è sul tavolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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