La Nuova Sardegna

Cagliari

Il Centro agroalimentare dimenticato

di Luciano Pirroni
Il Centro agroalimentare dimenticato

Sestu: attorno alla struttura uno scenario fatto di sterpaglie, rifiuti, buche, lampioni rotti e di notte anche i viados

18 ottobre 2012
2 MINUTI DI LETTURA





SESTU. Una sterminata distesa di sterpaglie ed erbacce che si allunga sino alla provinciale che da Sestu porta dritta a San Sperate. Materassi, pneumatici e scarti edili sul ciglio della bretella. Avvallamenti e voragini diventati ormai delle trappole perenni per gli operatori. Segnaletica inesistente. Lampioni gialli sradicati e rigorosamente spenti. E, dagli ultimi mesi, anche degli approdi di viados che hanno scelto i piazzali come punto di ritrovo. È la fotografia dell'area attorno al Centro Agroalimentare della Sardegna, in località Magangiosa. Un polo diventato da tempo meta privilegiata degli operatori ortofrutticoli dell'isola, con un flusso che giornalmente supera le cinquemila persone tra rivenditori e clienti. La vetrina delle campagne - che all'imbocco del cupolone si dispiega nella mega scritta L'Ingrosso - è in realtà un pezzo di territorio abbandonato dall'amministrazione comunale. Inutile l'infinito ritornello di quanti vi operano: «Praticamente - esordisce Vincenzo Pisano, responsabile dell'omonima azienda ortofrutticola - una vergogna per Sestu e dintorni. Le strade attorno al complesso sono disseminate di buche e crepe. Basti pensare che quotidianamente si sfiora lo scontro tra i mezzi pesanti che giungono nei nostri box. La movimentazione degli autoarticolati avviene praticamente al buio, dalle 3.30 del mattino, visto che dai pali della luce sono stati rubati i cavi elettrici. All'uscita dello svincolo, c'è un sottopasso che anche con le sporadiche piogge si trasforma in un lago impercorribile e pericolosissimo». La lista delle criticità è più lunga di un elenco telefonico: «A volte – evidenzia Rosanna Puddu (Nuova Irres Ortofrutta) – organizziamo gruppi di operatori per ripulire i piazzali attorno dalle erbacce. Lungo la diramazione che conduce al Centro Agroalimentare ci sono cumuli di spazzatura giganteschi, dai materassi ai copertoni d'auto. La segnaletica è dimenticata. Lo svincolo sulla Pedemontana non è illuminato per nulla. Il pericolo, per i clienti che arrivano per la prima volta alla struttura, è di finire fuoristrada. Una beffa. Perché al Comune paghiamo l'Imu senza però avere in cambio dei servizi. Ad esempio, qualche mezzo di trasporto pubblico oppure la manutenzione delle strade». Gli oltre settanta operatori non risparmiano dure accuse: «Siamo diventati ormai un mondo isolato. – rimarca Guglielmo Murgia, della Trans Frutta – Abbiamo sollecitato più volte degli interventi per la sistemazione delle strade. Nulla. E negli ultimi mesi gli autisti che arrivano anche dalla Penisola vedono anche i viados che si ritrovano nei marciapiedi pieni di immondizia e sterpaglie». C'è anche la questione legata ad uno svincolo sulla provinciale per San Sperate: «Una promessa mai mantenuta, ma ormai siamo abituati».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative