Malata senza rimborso per le cure
Denuncia di una donna curata a Parma. «Qui la mia malattia non è riconosciuta»
CAGLIARI. Ha una grave patologia invalidante, da più di dieci anni va e viene da ospedali e ambulatori, ma quando ha chiesto un rimborso per i suoi viaggi della speranza nell’Emilia, si sarebbe sentita rispondere che la sua patologia non è riconosciuta in Sardegna, e per questo motivo non avrebbe diritto ad alcuna tipologia di rimborso.
È la storia di Miria Nacci, 55enne romana ma residente a Quartucciu, che in una dettagliata memoria della sua patologia ricorda l’odissea clinica e umana che ha subito in tutti questi anni. «La mia storia clinica inizia nel 1988 e solo nel 1993 mi venne riconosciuta l’invalidità civile al 100 per cento, con inabilità lavorativa e contributo pensionistico, e tutto ciò sino al 2009 dove vengo richiamata per una visita e dove viene stabilito di ridurmi l’importo. Naturalmente l’Inps ha chiesto e ottenuto il rimborso di quanto corrisposto». Purtroppo per la signora il peggio, se così si può dire, deve ancora arrivare. «A gennaio di quest’anno vengo ricoverata al Brotzu d’urgenza, e da lì rimango sei mesi da un ospedale all’altro sino a quando non vengo dimessa, senza avere una diagnosi di guarigione definita. A questo punto mi collego alla Rete e scopro che nell’ospedale di Parma sono specializzati nella mia patologia. Dopo un ricovero individuano con precisione, diagnosi e terapia. Mi sono rivolta alle autorità competenti per un rimborso spese viaggio e controlli, ma mi è stato detto che non ho diritto in quanto la malattia non è riconosciuta in Sardegna. Mi devo trasferire per farmi curare?»