Diabete, appello a Regione e governo per il registro Sardegna
Doppio appello del direttore del Centro per il trattamento delle complicanze del Diabete al Brotzu di Cagliari: «La Sardegna è l’area a più alto rischio di diabete tipo 1 a livello mondiale dopo la Finlandia»
CAGLIARI. Doppio appello del direttore del Centro per il trattamento delle complicanze del Diabete all’ospedale Brotzu di Cagliari Marco Songini all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru e al ministro Beatrice Lorenzin per la costituzione di un Registro diabete in Sardegna. «Quarantacinque bambini con meno di 14 anni su 100mila si ammalano di diabete tipo 1 ogni anno nell’Isola contro 10 nell’Italia peninsulare - scrive Songini nella lettera indirizzata ad Arru e resa nota dal sito sardegnamedicina.it.
«La Sardegna è l’area a più alto rischio di diabete tipo 1 a livello mondiale dopo la Finlandia», spiega Songini, «e dunque è necessario che la Regione attivi al più presto un tavolo tecnico multidisciplinare per definire modalità e strategie più idonee per la costituzione di un Registro diabete, come stabilito dal Piano nazionale diabete». Il monitoraggio epidemiologico del diabete in Sardegna, ricorda Songini, è stato condotto negli ultimi venti anni da diabetologi ed epidemiologi volontari, ma ora «serve un gruppo di lavoro ufficiale a cui partecipino il ministero con Paola Pisanti, presidente della Commissione nazionale diabete del ministero della Salute, e altri esperti nazionali nella gestione dei registri diabete». Songini sollecita poi il ministro Lorenzin a dimostrare per la Sardegna «la stessa sensibilità dimostrata a un convegno in cui si parlava della cura del diabete in Africa. Attualmente, in Sardegna, il numero dei diabetici (tipo 1 e tipo 2) è di oltre 50mila. Se a questi si aggiungono le altre patologie diabetiche quali il Mody, maturity onset diabetes of the young, il diabete gestazionale ed il cosiddetto «diabete doppio», si raggiunge un numero approssimato per difetto di oltre 80mila persone interessate. Questo significa altrettanti nuclei familiari, con circa 250-300mila persone in totale, quasi il 20% della popolazione sarda, che devono gestire problemi legati alla malattia diabetica. Tali cifre - conclude Songini - configurano una vera e propria emergenza socio-sanitaria».