La Nuova Sardegna

Cagliari

Tenta il suicidio in cella a Buoncammino, salvato dagli agenti

Tenta il suicidio in cella a Buoncammino, salvato dagli agenti

Il giovane detenuto soffre di depressione, l’associazione Sdr denuncia la carenze di figure professionali quali psicologi ed educatori

26 maggio 2014
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CAGLIARI. “Un giovane quartese, R. S., affetto da una grave depressione, ha tentato di togliersi la vita la notte scorsa in una cella del Centro Diagnostico Terapeutico della casa circondariale di Cagliari, dov’era ricoverato. A evitare il peggio è stato il pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria. E’ indispensabile riconsiderare la presenza nelle celle di persone con importanti patologie psichiatriche o in condizioni psicologiche particolari altrimenti i rischi di autolesionismo estremo non possono essere sempre scongiurati con la tempestività”.

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando la necessità di “rafforzare le occasioni di socialità e di affettività soprattutto quando il privato della libertà non gode del sostegno della famiglia o si sente abbandonato”.

“Il peso di situazioni così delicate non può ricadere sugli agenti, è opportuno invece che il Dipartimento rafforzi il numero delle figure professionali degli educatori e degli psicologi. Dentro Buoncammino il grave disagio sociale e l’assenza di prospettive all’esterno inducono spesso a perdere la speranza negando – conclude la presidente di Sdr – l’efficacia di qualunque intervento per il reinserimento nella comunità. Pesano soprattutto la mancanza di lavoro e l’impossibilità di accedere alle pene alternative in assenza di familiari.

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