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Igea, tra gli indagati c'è anche Giorgio Oppi

Giorgio Oppi
Giorgio Oppi

Il consigliere regionale Udc nell'elenco delle 66 persone dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Battista Zurru e Marco Tuveri

17 dicembre 2014
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CAGLIARI. C’è anche il segretario regionale dell’Udc e consigliere regionale Giorgio Oppi, 74 anni, di Iglesias fra i 66 indagati nell’inchiesta della procura di Cagliari sul ribattezzato «sistema Igea» che stamane ha portato agli arresti di Giovanni Battista Zurru (quota Udc), già presidente della società in house della Regione Sardegna, e del suo autista, sindacalista Uil sospeso, Marco Tuveri.

Più volte assessore regionale, nella scorsa legislatura Oppi ha fatto parte della giunta regionale di centrodestra guidata da Ugo Cappellacci che nel febbraio scorso, con una delibera approvata due giorni prima delle elezioni regionali, il 14 febbraio 2014, aveva deciso di nominare Zurru commissario liquidatore di Igea.

La società in house era destinata a essere soppressa con una legge, poi cassata dalla Corte costituzionale, che prevedeva l’istituzione di un’agenzia regionale, denominata «Arbam», per la bonifica e le attività residuali delle aree minerarie dismesse. Nella precedente amministrazione regionale, Oppi è stato assessore all’Ambiente. Il suo nome compare nell’inchiesta associato a Tuveri e Zurru con i quali - da quanto emerso - aveva stretti rapporti personali.

Il nome del consigliere regionale dell'Udc Giorgio Oppi compare più volte nelle 56 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare. In particolare compare relativamente all'accusa di peculato per la sottrazione di una autopala - utilizzata nei primi del 900 e di grandissimo valore economico e storico - e un carrello da miniera dell'Igea e regalate a un imprenditore in cambio di 100 voti a favore di un candidato sindaco alle comunali di Assemini. «Dalle intercettazioni risulta che l'operazione elettorale era caldeggiata da Enrico Oppi (nipote del consigliere, ndr) e dall'onorevole Giorgio Oppi», scrive il gip nell'ordinanza.

E in un altro passaggio cita una telefonata tra Tuveri e l'onorevole Oppi, che «invita Tuveri a organizzarsi per consegnare alla frazione di San Benedetto di Iglesias alcuni carrelli e una ventina di minerali al fine di onorare un impegno preso dallo stesso Oppi al fine di favorire l'appoggio elettorale» a un candidato. «Tale conversazione - scrive il gip - dimostra che la distrazione dei beni era collegata a consultazioni elettorali ed era a conoscenza dei maggiori referenti politici regionali e anche dello stesso Giovanni Battista Zurru, punto di riferimento amministrativo all'interno di Igea, per la compagine della quale facevano parte i candidati per i quali sono stati cercati e ottenuti i voti».

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