La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, uccise l'ex fidanzata e controllò subito i suoi sms

I funerali di Marta Deligia a Villacidro (foto Mario Rosas)
I funerali di Marta Deligia a Villacidro (foto Mario Rosas)

Nella motivazione della sentenza di condanna a 30 anni i dettagli dell'omicidio della 27enne Marta Deligia morta soffocata per mano di Giovanni Pintus dopo vari episodi di stalking

06 ottobre 2015
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CAGLIARI. Stravolto dalla gelosia ha cercato di controllare la sua vittima anche quando ormai era morta. Giuseppe Pintus, più geloso che pentito, aveva appena ucciso a Villacidro la sua ex fidanzata Marta Deligia e, dopo aver caricato il cadavere in auto, aveva preso il telefono della sua vittima per leggerne i messaggi.

Era il 23 settembre del 2013 quando l’assassino, dopo aver strangolato la giovane di 27 anni, manifestò come principale preoccupazione quella di verificare se lei avesse intrecciato una nuova relazione. E per farlo non si era limitato a dare una sbirciata agli sms, ma - sempre con il corpo della fidanzata morta accanto - si era anche fatto passare per la ragazza in modo da poter scrivere a un giovane che Marta stava frequentando in quel periodo. L’inquietante dettaglio è emerso dalle motivazioni della sentenza con la quale il tribunale di Cagliari, ha condannato Pintus a 30 anni di reclusione al termine del processo celebrato con rito abbreviato.

«Avevo ragione, ho letto tutti i messaggi di Marta. Brutta str...», aveva poi detto Pintus - sempre con il corpo senza vita della ragazza accanto - a un’amica chiamata per confessare il delitto. «Ho fatto una c... L’ho ammazzata». Lei incredula aveva chiesto: «Passamela». E lui aveva risposto: «Lo vuoi capire che Marta non c’è più? Se ne è andata! È morta, poverina, Marta».

Dopo mesi di stalking - telefonate, messaggi, pedinamenti - il giovane aveva atteso la sua vittima sotto casa, per parlarle. Lei aveva cercato di mandalo via, minacciando di chiamare i carabinieri e a quel punto lui le aveva astretto un braccio attorno al collo e, dopo averle tappato la bocca con una mano, aveva stretto fino ad ucciderla. «Come mi detto così, non ci ho visto più e l’ho fatto», aveva spiegato l’assassino, parlando al telefono con un’amica.

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