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Servitù militari, la questura di Cagliari dice no al sit-in a Teulada

Servitù militari, la questura di Cagliari dice no al sit-in a Teulada

Vietato anche il corteo davanti alla struttura militare. La protesta degli indipendentisti dell'iRS

02 novembre 2015
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CAGLIARI. Nessun sit-in, stanotte, davanti all’ingresso del poligono di Teulada e nessun corteo, domani, nei pressi della struttura militare. I divieti sono stati comunicati stamane dalla questura di Cagliari agli organizzatori della protesta contro la Trident Junction, l’esercitazione Nato che in questi giorni si svolge nel Mediterraneo e vede coinvolti anche il poligono nel Sulcis e la base aerea di Decimomannu.

«Possono manifestare dove vogliono perchè è un loro diritto», ha spiegato il questore di Cagliari Vito Danilo Gagliardi, «ma non nella spiaggia o nei pressi della recinzione e neppure, di notte, davanti all’ingresso del poligono in un piazzale non illuminato».

Il questore ha spiegato che l’esercitazione impone «divieti e prescrizioni» e quanto «negato ad altre realtà non può essere concesso ora». Confermato anche il foglio di via notificato a 12 componenti del Comitato studentesco che, nei giorni scorsi, erano stati notati mentre girovagavano vicino al poligono presumibilmente per organizzare la manifestazione di domani.

La protesta dell'iRS. Gli indipendentisti dell’iRS chiedono al questore di Cagliari di autorizzare la manifestazione di protesta contro la Trident Juncture in programma domani a Teulada. «Manifestare in maniera pacifica è un atto legittimo e democratico e non può essere impedito», affermano gli esponenti di «indipendentzia Repubrica de Sardigna» sostenendo che «la nazione sarda sta subendo un attacco unilaterale da parte dello stato italiano che, senza nessun accordo, sta bombardando l’isola». In una nota si sottolinea come il Comipa (comitato misto pariterico) si sia espresso ufficialmente contro lo svolgimento delle esercitazioni militari.  

Non esiste attualmente un accordo ufficiale Stato-Regione che autorizzi questa esercitazione militare sulla nostra terra che si sta svolgendo in maniera illegale - si legge in una nota dell’iRS - oltre che illeggittima ma al contrario esiste l’ordine del giorno n.9 approvato all’unanimità il 17 Giugno 2014 da tutti i legittimi rappresentati del popolo sardo ovvero il consiglio regionale democraticamente eletto, che impegna la giunta regionale a porre la graduale dismissione di tutti i poligoni militari ed il loro superamento ed iRS invita il presidente Pigliaru a farlo rispettare. Gli indipendentisti chiedono che l’apparato militare italiano in Sardegna sia completamente smantellato per poi effettuare le bonifiche. Vogliono anche che sia quantificata l’entità del danno economico, sanitario ed ambientale che decenni di sperimentazioni belliche hanno provocato alla Sardegna. Un’operazione che «deve avvenire con l’apertura di un tavolo di trattative bilaterale Sardegna-italia che abbia come garante un organismo internazionale».

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