La Nuova Sardegna

Cagliari

Falsi d'autore di artisti sardi venduti nelle aste online, dieci indagati

Falsi d'autore di artisti sardi venduti nelle aste online, dieci indagati

Falsificate le ceramiche dei maestri sardi Federico e Melkiorre Melis, Ciriaco Piras e Vincenzo Farci. Le 50 opere vendute e ora sequestrate avrebbero fatto incassare ai falsari 300mila euro

19 maggio 2016
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CAGLIARI. Hanno falsificato le ceramiche dei maestri sardi Federico e Melkiorre Melis, Ciriaco Piras e Vincenzo Farci, tutti noti ceramisti e artisti del '900, mettendo poi in vendita le opere su Internet, in particolare sui siti di aste on-line. Dieci persone sono finite nel registro degli indagati per frode in commercio, ricettazione e contraffazione di opere d'arte, una cinquantina.

Nel mirino ci sono due cagliaritani, uno dei quali commerciante, due oristanesi, uno già denunciato per aver falsificato un quadro, un milanese, due residenti nelle Marche, altrettanti nel Lazio, e uno in Liguria. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Sardegna, coordinati dal capitano Paolo Montorsi, hanno sequestrato oltre cinquanta opere di ceramica tra piatti, piastrelle e vassoi. Le indagini sono partite a fine 2014 a seguito di controlli e segnalazioni relative alla vendita su Internet di alcuni pezzi di Melkiorre e Federico Melis. I militari del nucleo specializzato hanno effettuato alcune perquisizioni recuperando le ceramiche sospette. Si sono rivolti alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Cagliari e alla dottoressa Maria Laura Ferru, consulente della Procura, per l'analisi dettagliata delle opere. Un expertise che ha permesso di accertare che si trattava di falsi d'autore.

Contraffazioni di ottima qualità create da mani esperte che conoscevano perfettamente la produzione artistica dei maestri sardi. Secondo i carabinieri potrebbero essere state create da uno o più falsari, uno di questi sarebbe stato anche allievo dello stesso Federico Melis. Le indagini si sono poi estese anche alle altre regioni d'Italia e hanno consentito di individuare tutte le persone coinvolte nel commercio illegale. Si tratta di insospettabili professionisti, spesso collezionisti d'arte con il pallino delle falsificazioni, alcuni di questi avevano continui scambi commerciali tra la Sardegna e la Penisola.

Le 50 opere vendute e ora sequestrate avrebbero fatto incassare ai falsari 300 mila euro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini la rete di diffusione dei falsi, oltre ai siti di aste sul web, era quella legata a mercatini, botteghe di antiquari e alle fiere. L'artista più falsificato è risultato essere Federico Melis, il più noto ceramista sardo in Italia, che ha vissuto a lungo nelle Marche. Le opere scelte per la contraffazione erano soprattutto quelle del periodo compreso tra il 1927 e il 1931, tra le più ricercate dai collezionisti, e quelle del periodo marchigiano dal 1950 al 1969.

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