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Cagliari

Elezioni comunali a Cagliari, Enrico Lobina: «Una nuova visione per la nostra città»

Elezioni comunali a Cagliari, Enrico Lobina: «Una nuova visione per la nostra città»

Servono da subito nuove politiche per aiutare concretamente le giovani famiglie

31 maggio 2016
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CAGLIARI. Guida quella parte della sinistra che Zedda non è riuscito a far convergere intorno alla sua coalizione. Enrico Lobina, consigliere comunale uscente di Rifondazione comunista, è il candidato sindaco di Cagliari Capitale. «Siamo una coalizione civica, ambientalista e indipendentista che si pone in alternativa alla santa alleanza tra centrosinistra e centrodestra – attacca –. A Cagliari i verdiniani in salsa sarda sostengono quello che viene chiamato centrosinistra».

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Giunta bocciata. Nel 2011 Lobina fu eletto nella maggioranza di Massimo Zedda, ma il suo giudizio sulla amministrazione uscente è impietoso. «Non ha rispettato il programma di cinque anni fa, ne avrà realizzato al massimo il 5 per cento. E infatti nel programma di Cagliari Capitale ci sono parti intere di quello che Zedda non ha rispettato».

Rinascimento sardo. Lobina fa un appello «ai lavoratori, ai disoccupati, agli studenti che non vogliono emigrare. Oggi Cagliari è una città in declino. Come lo è l’intera Sardegna. Un’isola in declino demografico, economico, culturale. Noi puntiamo a un rinascimento della Sardegna che partirà da Cagliari. Le elezioni comunali sono solo l’inizio, poi concentreremo le nostre forze per opporci al referendum costituzionale di Renzi. Le politiche del Pd stanno impoverendo l’isola».

Idea di città. Nel programma di Cagliari Capitale ampio spazio a politiche sociali e ambientali. «Noi vogliamo far rinascere la nostra città. Puntiamo a una sua riconversione economica attraverso progetti di sviluppo locale e diverse politiche sui servizi. I rifiuti possono essere una risorsa: basta discariche e bruciatori. E anche lo stagno di Santa Gilla potrebbe creare centinaia di posti di lavoro».

Commercio. Tra i punti del programma anche il rilancio del commercio di vicinato. «Dobbiamo dire basta al proliferare della grande distribuzione in tutta l’area metropolitana e favorire la rinascita delle piccole botteghe artigiane». (al.pi.)

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