La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, raccolto l'appello della prefettura: i migranti trovano alloggio

I migranti in attesa di identificazione al terminal crociere (foto Mario Rosas)
I migranti in attesa di identificazione al terminal crociere (foto Mario Rosas)

Mentre a Monastir il comitato contro l'apertura di un centro di accoglienza nell'ex scuola di polizia penitenziaria manifesta davanti all'edificio

08 ottobre 2016
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CAGLIARI. Sono state ultimate le operazioni di identificazione e le visite mediche degli ultimi 350 migranti, che erano rimasti in banchina, dello sbarco dei 1.258 profughi arrivati giovedì 6 ottobre 2016 a Cagliari a bordo della nave spagnola Rio Segura.

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Gli stranieri hanno trascorso la notte all'interno del Terminal crociere e oggi 8 ottobre, terminate le operazioni, 320 hanno lasciato il molo Ichnusa. Al momento in porto ci sono solo una trentina di migranti che attendono di essere trasferiti nei vari centri di accoglienza. La Prefettura, con l'aiuto di enti locali, Caritas e associazioni è riuscita a individuare tutti i centri in cui ospitare i profughi, superando anche questa volta l'emergenza accoglienza.

Intanto stamani a Monastir manifestazione contro la trasformazione dell'ex scuola di Polizia penitenziaria in centro di accoglienza per migranti (Cpsa). Dopo l'assemblea cittadina di ieri, questa mattina la sindaca di Monastir, Luisa Murru, gli appartenenti al Comitato contro l'apertura del Cpsa e numerosi residenti, circa 150 persone, si sono presentate davanti ai cancelli dell'ex scuola di Polizia penitenziaria per manifestare il loro dissenso.

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All'interno erano in corso alcuni lavori e due autospurgatori sono uscite dall'area dell'ex scuola mentre era in corso la manifestazione. Quando i due mezzi hanno cercato di fare rientro per continuare i lavori sono stati bloccati dai cittadini per una ventina di minuti. Poi i lavori sono proseguiti regolarmente.

«Noi continueremo la nostra protesta - ha sottolineato la portavoce del Comitato contro il centro di accoglienza a Monastir, Alessandra Sedda - ma ci stanno lasciando soli. Non sappiamo quante persone devono venire e nemmeno quando li porteranno. Faremo il possibile per proseguire la protesta unendoci anche con gli altri comitati che sono sorti a Pula, Siliqua e Mandas».

I cittadini hanno raccolto anche l'appoggio di Noi con Salvini Sardegna: «È importante difendere le comunità locali dalle distruttive politiche dell'accoglienza imposte dall'alto, senza alcun coinvolgimento di cittadini e amministrazioni locali».

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