Uta, il padre è in carcere e i gemelli neonati non vengono riconosciuti
La denuncia dell'ex consigliera regionale Maria Grazia Caligaris: l'uomo non ottiene il permesso per andare in Comune e i dipendenti comunali non hanno accolto la richiesta di recarsi nel carcere
CAGLIARI. Una coppia di gemelli, nati 26 giorni fa, non hanno ancora ricevuto il riconoscimento del padre che è detenuto nel carcere di Uta.
«Paradossale situazione per i figli del detenuto. Un grave ritardo che rischia di impedire ai bambini di fruire del diritto al servizio sanitario e in particolare al pediatra», lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme facendosi interprete del disagio della famiglia e della madre esasperata dalla burocrazia che non trova una soluzione da due settimane.
«Nonostante il mio impegno e del legale Marco Lisu - spiega la donna - a 26 giorni dalla nascita non siamo riusciti ad effettuare il regolare riconoscimento. Mio marito si trova nella casa circondariale di Cagliari e ha presentato istanza per recarsi in Comune per la pratica. Non ha però ottenuto il permesso, né libero né con la scorta, e ora non sappiamo più a chi rivolgerci anche perché i funzionari del comune non hanno accolto la nostra richiesta di recarsi in carcere».
«Si tratta di una condizione inaccettabile - afferma Caligaris - in considerazione delle condizioni della famiglia ed in particolare di una madre che deve gestire sei figli da sola. Forse occorre solo un gesto di buona volontà da parte delle istituzioni coinvolte. È vero che le giornate di festa riducono la presenza di personale. Ma è anche vero che si può trovare una soluzione se davvero si vuole. Chissà che il clima natalizio non aiuti a risolvere questa incresciosa situazione».